Per tutta la vita
Apprendo da questo articolo che il vertice dei cialtroni ad Arcore ha partorito un’altra delle solite stupide iniziative:
Pensioni, esclusi dal conteggio università e servizio militare. Sulle pensioni, il calcolo verrà effettuato solo in base agli “effettivi anni di lavoro” e non dovrebbe più tener conto degli anni di servizio militare prestati e degli anni universitari. “Verranno scorporati“, mantenendo immutato l’attuale regime previdenziale. Gli anni in questione, però, verranno computati per il calcolo della pensione.
Quindi tutti quelli che abbiamo prestato servizio militare veniamo penalizzati due volte: la prima perché non avendo santi in Paradiso abbiamo servito la patria anche a discapito nostro (nessun esonero per insufficienza toracica!), entrando nel mondo del lavoro un anno dopo; la seconda volta perché ce ne andremo in pensione un anno più tardi!
Coloro poi che hanno studiato, ottenendo la laurea, naturalmente li penalizziamo ancor di più perché hanno cominciato a lavorare quattro-cinque-sei anni più tardi (parlo della durata legale del corso di studi ovviamente non dei fuori corso) e quindi hanno bighellonato sui banchi dell’università anziché lavorare in qualche fabbrichetta, possibilmente dell’operosa Padania.
Ciò che mi fa veramente rabbia è che io ho compiuto lo stesso giuramento che questi quattro cialtroni al Governo hanno fatto davanti al Capo dello Stato. Anche io ho giurato (e da ufficiale della Marina Militare l’ho fatto anche per iscritto!) di essere fedele sempre alla Costituzione e di rispettarne le leggi! Dal Capo dell’Esecutivo in poi, che non voglio più nominare per evitare un’epatomegalia troppo dolorosa, al ministro Tremonti (ormai chiamarlo col divertente soprannome di Treconti sarebbe riduttivo perché forse non sa fare neanche quello) tutti fanno a gare per calpestare la nostra Carta Fondamentale e il popolo che loro amano così tanto definire sovrano, sperando che sia invece sempre più somaro!
Un’ultima considerazione sulla citazione dell’articolo di Repubblica: che gli anni in questioni siano computati nel calcolo della pensione credo che sia un qualcosa di sacrosanto e che non ci fosse nemmeno bisogno di ribadirlo! Perché chi ha riscattato gli anni della laurea ha pagato una barca di soldi per farlo e quindi mi sembra scontato che glieli calcolino. Per quanto riguarda i militari come me, ufficiale, i contributi previdenziali sono normalmente versati come qualunque lavoratore dipendente del pubblico impiego. In altre parole i contributi sono “salario differito” sono cioè soldi dei lavoratori ….
Ora siccome sono veramente stufo di tutto questo baccano (per non essere volgare ma il termine più appropriato sarebbe bordello) continuo sulle pensioni e sull’età pensionabile farei – se ne avessi l’opportunità – una proposta al Governo: a noi che abbiamo perso tempo sui banchi di scuola e dell’università, che ci siamo divertiti un lustro intero nei meravigliosi college italiani (che sono tutti molto più belli di Yale, Harvard, Berkley e Oxford messi insieme) e che ci siamo divertiti indossando un’uniforme, anziché andare a lavorare come i venti valorosi ministri hanno sicuramente fatto e continuano a fare ogni giorno, perché non ci eliminate direttamente il diritto di andare in pensione di anzianità e ci spostate magari l’età pensionabile intorno ai 75-77 anni? Considerando che l’età media si sta spostando intorno agli ottanta ci resterebbero sempre dai tre ai cinque anni di vita per goderci quella lauta pensione che tanto non ci meritiamo essendo la parte “peggiore” del Paese (i dipendenti pubblici, copyright Brunetta!) o dei poveri “comunisti” coglioni (copyright SB)?
p.s. Full disclosure: ammetto che il mio anno di militare è stato fantastico per il fatto di averlo trascorso con degli amici straordinari e quindi anche se non me lo contate, caro Governo, vi rispondo come si usa dire nella Capitale: sti c…zi! Per quanto riguarda gli anni della laurea non li ho e non li intendo riscattare quindi non ho conflitto di interessi, a differenza di qualcun altro …
