Ah dura terra …

 In POLITICA

Poiché fino all’agosto scorso sono stato residente ed elettore della più bella isola del Mediterraneo (ovviamente per me!), e quindi di bocconi amari ne ho dovuti inghiottire un bel po’, riporto volentieri questo post: leggete la provenienza politica di questi personaggi. Sono tutti, dico tutti, fra coloro che nel 2001 fecero il miracolo del 61-0 per il centrodestra (nemmeno Paul Newman nella famosissima partita a poker sul treno ne “La stangata” sarebbe riuscito a fare una giocata simile) e che hanno eletto in maniera plebiscitaria Raffaele Lombardo a Presidente della Regione Siciliana.

Quella stessa Regione che avrebbe – sulla Carta Costituzionale – lo statuto più autonomo che ci sia, che forse nemmeno uno Stato federato degli USA! Quella stessa Sicilia che avrebbe un Presidente che potrebbe sedere con rango di Ministro nel Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana su ogni materia riguardante l’Isola e che ha alle sue dipendenze la Polizia di Stato nel territorio siciliano.

È la stessa regione che per quasi settanta anni continua a non applicare lo Statuto (che addirittura è antecedente alla Costituzione della Repubblica Italiana) accusando poi il governo di Roma di non farlo, quando comunque una moltitudine di esponenti politici siciliani hanno ricoperto posizioni di primo piano nel governo della cosa pubblica romana (Scelba fu anche Presidente del Consiglio e per rimanere all’ultimo ventennio abbiamo avuto Schifani, Mattarella, Finocchiaro, Martino, Prestigiacomo, Cuffaro, Lombardo, La Loggia, Urso, Drago, Romano, Mannino, … mi fermo qui per amor di Patria!).

Ed è la stessa regione nella quale continuano a nascere centri commerciali – con i soliti marchi – e continuano a chiudere aziende quando fino a qualche decennio fa la zona industriale di Catania veniva chiamata Etna Valley e colossi come Nokia, Nortel, IBM e via dicendo aprivano centri di ricerca o di sviluppo nell’isola e la STM svolgeva il ruolo di catalizzatore di investimenti.

Nel giro di quindici anni, casualmente il periodo in cui a Catania ad esempio ha governato Scapagnini prima (il medico dell’immortalità di Berlusconi per chi se ne fosse dimenticato, quello del super buco di bilancio sanato con il comma ad civitatem) e Stancanelli ora (colui che annusata l’aria che tirava al Senato ha deciso di optare per Palazzo degli Elefanti prima che potesse perdere qualche diritto sul vitalizio senatoriale), nella zona etnea sono nati come i funghi enormi shopping center e hanno fatto la loro comparsa anche nel palermitano, garantendo occupazione di bassissima qualità e minime prospettive per un futuro prospero alle nuove generazioni.

Con il risultato che chi di noi non ha trovato nulla di qualificante e non si è voluto piegare alla vita da precario a vita ha dovuto, ripeto dovuto, emigrare, senza magari le valige di cartone di una volta, ma con tanto, tantissimo magone.

E adesso, che guardo da lontano queste proteste e sono più preoccupato per i miei amici e familiari laggiù e per il costo che queste manifestazioni avranno sulle loro famiglie e sulle loro tasche, non riesco proprio a simpatizzare per questo movimento.

Avete voluto la bicicletta per tanti anni?

Avete creduto alle promesse di chi vi regalava un paio di scarpe o un pacco di pasta poco prima delle elezioni?

Avete pensato che l’unico modo per trovare lavoro in Sicilia fosse quello di trovarsi la strada giusta (come mi disse una cugina di mia madre tre anni fa quando ero tornato a vivere giù)?

Bene adesso vi assumete anche voi la vostra dose di responsabilità, vi sbracciate le maniche e cominciate a lavorare.

Ma prima di tutto dovete tranciare con una mannaia il legame non con la criminalità organizzata (solo quei cretini dei sedicenti padani possono affermare che la maggior parte di noi siciliani siano mafiosi) ma con la mentalità mafiosa e assistenziale!

È tempo di crescere socialmente e la crescita del PIL verrà di conseguenza.

 

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