Red-Silvio & Toby-Tonino – Nemiciamici

 In POLITICA

Con un tempismo degno dei migliori film di Hollywood, Red-Silvio (Berlusconi) la volpe e Toby-Tonino (Di Pietro) il segugio, hanno attaccato a testa bassa le istituzioni, nazionali e comunitarie, scagliandosi il primo contro l’Euro, la BCE, l’Unione Europea e quindi il Presidente del Consiglio Monti (europeista convinto) mentre il secondo ha deciso di dare una sponda politica agli attacchi provenienti da alcuni giornali contro il Presidente della Repubblica.

D’altronde che il miglior amico di Red sia Toby ce lo ha insegnato già la Disney nel bellissimo cartone del 1981, sul significato dell’amicizia a prescindere dalla natura.

Sono cinque giorni inoltre che il principale quotidiano di opposizione, il Grillo Quotidiano, pardòn il Fatto Quotidiano, chiede – per bocca del suo vice direttore Marco Travaglio, le dimissioni del Capo dello Stato. Certo non lo fa esplicitamente, lasciandolo trapelare con artifici retorici ad escludendum che portano i lettori degli editoriali del giornalista piemontese all’inevitabile conclusione che Giorgio Napolitano dovrebbe rassegnare le dimissioni, per la vicende delle presunte pressioni di Nicola Mancino sul Colle.

Ora ovviamente ognuno può scrivere e dire quello che vuole ma sia il Grillo-giornale che Toby-Tonino non raccontano, o forse non ci hanno ancora riflettuto per via della calura estiva, che se sciaguratamente il Presidente della Repubblica, un uomo anche piuttosto anziano (compirà 87 anni il giorno dei Santi Pietro e Paolo, festa del Patrono qui a Roma), li ascoltasse e rassegnasse le dimissioni queste non possono essere respinte da nessuno e oltre ad avere la sorte di un Presidente supplente come Renato Schifani (e quindi immaginiamo già Travaglio chiedere giustamente le dimissioni anche del Presidente dell’Assemblea di Palazzo Madama per i famosi rapporti del passato con esponenti di Cosa Nostra) il Presidente della Camera Gianfranco Fini, a Costituzione vigente, dovrebbe indire l’elezione del nuovo Capo dello Stato, riunendo lo speciale Collegio Elettorale che dovrebbe scegliere il nuovo inquilino del Quirinale.

Forse sia Tonino Di Pietro che Marco Travaglio hanno scordato che – sempre a Costituzione vigente – il Presidente della Repubblica viene eletto a Camere Riunite integrate con la rappresentanza di tre consiglieri regionali (due di maggioranza e uno di opposizione, con l’eccezione della Valle d’Aosta che ha un solo delegato): ora considerando che Popolo della Libertà e Lega (insieme ai cosiddetti Responsabili) hanno la maggioranza assoluta del Parlamento e governano (si fa per dire!) Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sardegna, quindi si porterebbero a casa 29 consiglieri, contro gli ipotetici 28 (al più 29 considerando che solitamente l’Union Valdôtaine è di centro-sinistra) dell’altro schieramento, questo ipotetico Collegio Elettorale potrebbe eleggere – al quarto scrutinio, come per Giorgio Napolitano nel 2006, a maggioranza assoluta – la volpe Red-Silvio Capo dello Stato.

A volte mi chiedo se alcuni esponenti politici e della carta stampata non soffrano così tanto l’assenza del Cavaliere dal Potere che lo vorrebbero addirittura al Quirinale per garantirsi la sopravvivenza politica e un certo numero di abbonati e di lettori.

p.s. il Collegio Elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica è attualmente costituito da 1009 Grandi Elettori (630 deputati, 315 senatori, 6 senatori a vita, di cui un solo ex Capo di Stato, Carlo Azeglio Ciampi, 1 rappresentante della Valle d’Aosta e 57 rappresentanti regionali). Per eleggere il nuovo inquilino del Colle servono 505 voti (Napolitano ne ottenne 543 nel 2006). L’ex coalizione che appoggiava l’ultimo governo del Cavaliere può contare su 448 voti (tra Camera, Senato e Delegati Regionali) propri, ne mancano quindi 57. Vuoi che tra Responsabili, Coesi (quelli del gruppo di Coesione Nazionale del Senato), Liberali, Repubblicani, Misti e non iscritti, che contano oltre 58 membri e qualche altro sparso qua e là da acquistare con promesse di Commissioni parlamentari, Autorità di controllo varie, non si riescano a trovare i 57 voti necessari? Senza dimenticare che nel dicembre di due anni fa il gruppo di Toby-Tonino fu determinante, con Razzi e Scilipoti, insieme con il grande Calearo – imperdonabile errore di Walter Veltroni, per salvare il Governo dalla sicura sfiducia dopo l’uscita dei finiani dalla maggioranza vincitrice delle elezioni del 2008.

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