C’era una volta il medico condotto

 In LIFE

Ho la fortuna di avere, dal lontano 2000 e con pochi buchi temporali, un medico di base veramente in gamba. Un po’ disordinato nella gestione dello studio ma molto preparato, disponibile e scrupoloso. Gli ho svariate volte suggerito di assumere un Office Manager, più che una semplice segretaria, anche perché dovendo progressivamente rimanere al passo coi tempi e simultaneamente continuare a fare il medico, il rischio di finire in un turbillon di cose da fare è enorme.

Sta di fatto che è uno dei rari casi di medici che sanno adoperare le nuove tecnologie e che non si scoraggia di fronte alla rete, anzi comincia ad adoperarla con efficacia.

È un uomo abbastanza scrupoloso durante le visite (specialmente se non va di fretta) e soprattutto molto osservante delle leggi, specialmente per quanto riguarda quella relativa alla cosiddetta legge Brunetta (per chi non lo ricordasse più Renato Brunetta è stato Ministro della Repubblica fino a undici mesi fa ….) che regolamentava la certificazione medica per le assenze dal lavoro.

Ed ecco che il nostro dottore ha letteralmente riempito lo studio di comunicati, commenti e stralci di giornale sull’argomento. Ora lunedì sera, anche se KO dalla mattinata, mi sono recato presso il suo studio per farmi visitare e farmi certificare l’assenza dal lavoro per malattia. Ho approfittato per leggere il comunicato della Federazione dei Medici di Famiglia nel quale si informavano i cittadini assistiti che la visita domiciliare sarebbe potuta avvenire soltanto quando il medico avesse stabilito l’intrasportabilità del paziente.

Quindi – pensavo – se uno ha una bella broncopolmonite e febbre a 40 si deve recare presso lo studio e farsi certificare. D’altronde basta un po’ di paracetamolo e in macchina ci puoi andare, no?

Io capisco che questa è una misura per dissuadere i falsi malati dal chiedere certificati medici ai loro dottori e questi ultimi dal certificare il falso. Però si tratta di una misura contro ogni logica. Se sto male ad esempio per problemi respiratori o influenzali è ovvio che io sia trasportabile, mica non riesco a camminare. Ma se capita una serata come quella di lunedì, dove a Roma stavamo tutti aspettando Cleopatra, che con tutto il suo ritardo (era su mezzi ATAC probabilmente!) è arrivata giusto in tempo per innaffiarmi dalla testa ai piedi all’uscita dallo studio medico, e mi becco delle complicazioni che poi mi costringono a stare a casa per molti più giorni dei tre prescritti non è che forse economicamente parlando non conviene più di tanto? Ho l’impressione che il vulcanico ministro berlusconiano della Funzione Pubblica nella sua foga di punire i fannulloni dei lavoratori dipendenti si sia lasciato prendere la mano e non abbia fatto nulla per circoscrivere maggiormente la discrezionalità dei medici che praticamente non fanno più visite domiciliari se non ad anziani non autosufficienti e quasi in procinto di passare al Creatore. E da un economista che avrebbe rinunciato al Nobel ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di più …

Chissà, forse un giorno ai miei nipotini racconterò la fiaba di quando c’era una volta il medico condotto che ti faceva visita a casa, nella tua cameretta e ti prescriveva le medicine direttamente sul tavolo della tua cucina. Mentre oggigiorno, in un tempo nel quale i medici hanno il loro studio a portata di mano (il mio possiede un iPhone ed esistono ottime App sia per iOS che per Android affinché si possano gestire pazienti e certificazioni da remoto e un Tablet è certamente alla portata di un dottore), i dottori devono rimanere chiusi nel loro studio e sono i pazienti a doversi muovere … Misteri dell’economia!

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