Italian Revenue Service

 In LIFE

Mentre fra qualche ora ci sciropperemo l’attesa per il prossimo (e io spero lo stesso) inquilino della Casa Bianca, vi racconto un piccolo aneddoto dell’Italia nell’Anno del Signore 2012.

Mia moglie, per un’eredità ricevuta da una zia, deve pagare l’imposta di successione (che è stata azzerata con una certa franchigia soltanto per la linea retta e fra fratelli). L’Agenzia delle Entrate le ha mandato il prospetto riepilogativo con allegato, “per vostra comodità” recita la missiva, copia del modello F23 con il quale effettuare il pagamento.

Ci accorgiamo, mia moglie ed io, che le nostre due banche (differenti) web non consentono il pagamento da remoto attraverso quel modello, ma soltanto per il modello F24. L’Agenzia delle Entrate naturalmente tranquillizza l’inerme cittadino poiché è possibile pagare la tassa negli uffici postali, nelle banche e ovviamente presso le varie succursali. Poiché sono allergico ai contanti, specialmente quando superano gli euro 200, e temo sempre che possa smarrire, volontariamente o involontariamente, il portafogli, decido di pagare ad uno sportello di un importantissimo istituto bancario (forse il principale) italiano. Ma non essendo correntista (sono figlio di un dio minore perché correntista della loro banca web!) l’alternativa è semplice: girarsi un assegno a sé medesimo (cosa che mi fa sbellicare dalle risate ogni volta che sono costretto a farla … mi autopago!) e poi con il contante pagare l’imposta. Bene allo sportello non si riesce ad inserire a sistema il mio modello poiché la causale del versamento risulta sconosciuta (è un codice SP indicato dalla stessa Agenzia). L’addetta della banca mi chiede se io fossi sicuro del codice, come se lavorassi alle Entrate, e una volta appurato che quelle due lettere sono corrette, prova a forzare questo maledetto sistema. Ma siccome siamo sempre in Italia, e le cose semplici evidentemente ci fanno un tantino schifo, nemmeno la forzatura è possibile e la bancaria mi consegna il contante (emozionante, ho tenuto tra le mani per circa mezz’ora una banconota da 500 euro!) e mi reco all’Ufficio Postale più vicino. Qui come nelle migliori tradizioni italiche si sa quando si entra ma mai quando si esce. Ci sono soltanto 25 persone prima di me (all’ora di pranzo!) e un solo servente attivo, nonostante altri quattro sportelli belli liberi … Evidentemente alle poste hanno una loro personalissima edizione dei processi markoviani! Dopo aver atteso circa un ‘ora (dico un’ora!!!) viene visualizzato il mio numero e vado allo sportello. “Che deve fare?“, mi chiede l’addetto, un giovanissimo impiegato. “Devo pagare un F23“, rispondo io con l’aria un po’ disperata di chi non ne può più di stare in piedi. “Le dispiace aspettare il mio collega accanto, allora? Sa, io faccio solo conti correnti, ancora non so fare gli F23“, aggiunge tranquillamente lui, come se fosse perfettamente normale che uno si mette allo sportello senza saper fare il proprio lavoro. Aspetto qualche altro minuto e finalmente si libera lo sportello delle spedizioni e chiedo se lui “sapesse” fare questo fantomatico F23. “Però doveva prendere la lettera E dal totem dei numeri“, mi informa l’impiegato con l’aria che comunque mi avrebbe fatto il favore (!) di farmi pagare la mia benedetta tassa! “Peccato che quella lettera non funzionava“, ribatto io!

Alla fine pago con il malloppo della banca ed esco dalla posta.

Che c’azzecca direte voi con gli States e con la sospensione dalle cose italiche che questo blog si è imposto fino a domani? Apparentemente nulla se non il fatto che l’episodio mi ha ricordato la multa che ho preso il 5 settembre 2007 a Manhattan a Suffolk Street, lì dove non so se l’elettricità sia già tornata dopo il passaggio di Sandy. Avevo parcheggiato meno di un quarto di ruota su una porzione infinitesima della L della scritta SCHOOL (Crossing School, attraversamento pedonale in prossimità di una scuola) e il NYPD (che non è solo un telefilm!) e la City of New York mi hanno multato per 65 dollari. Il mio amico, che vive da quelle parti e che mi ospitava, vedendo sul sito del Comune di New York che non venivano accettate carte di credito straniere, paga per mio conto la multa con un semplice assegno bancario spedito per posta ordinaria ….

Non vorrei sbagliare ma con assegno si possono pagare anche le tasse all’IRS, l’Internal Revenue Service, l’equivalente stelle e strisce della nostra Agenzia delle Entrate. E lo stesso ad esempio per il Copyright Office che è il registro più importante del mondo per la registrazione dei diritti d’autore, che soltanto da qualche anno ha messo su un sistema di registrazione elettronica e quindi anche del pagamento delle tasse di registrazione del materiale. Insomma nella P.A. locale e federale americana il pagamento con assegni è lecito e d’altronde non potrebbe essere altrimenti in una nazione dove il contante circola pochissimo.

In Italia la proposta della Gabanelli e di Report di tassare prelievi e versamenti di contante superiore a cento euro è stata quasi ridicolizzata. D’altronde due sabati fa anche l’ex Premier, condannato in primo grado, si era ribellato contro questo assurdo stato di polizia fiscale che addirittura ha proibito le transazioni di contanti per mille euro e ci sono tante persone che non possono comperare (cosa non l’ho capito!) per timore che il Fisco tracci questi regalini … (forse il Fisco sarebbero le moglie, ma è meglio non indagare …)

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