Prima delle primarie

 In POLITICA

Come noto a chi mi conosce, domenica parteciperò alle primarie del centrosinistra e voterò Bersani. Confesso che dopo il dibattito televisivo e dopo aver letto qua e là ho trovato molto interessanti le posizioni di Tabacci (d’altronde è diventato l’idolo dei marxisti con un gruppo su Facebook che ha raggiunto i diecimila sostenitori, fra cui il sottoscritto) e soprattutto di Laura Puppato. Quest’ultima purtroppo non ha alcuna chance di arrivare al ballottaggio eventuale della domenica successiva, ragione per cui francamente rimango dell’idea di votare Bersani, sperando che raggiunga subito la maggioranza assoluta dei consensi e ci evitiamo un confronto con Matteo Renzi che sarebbe soltanto causa di ennesimi litigi e forti e inutili contrasti.

La piattaforma di Renzi si è sgonfiata non appena D’Alema e Veltroni hanno annunciato che non si sarebbero candidati: ma non potevano pensarci prima così magari ci saremmo evitati due mesi buoni di botte da orbi in casa? In ogni caso domenica gli elettori di centrosinistra voteranno il loro candidato Presidente del Consiglio e ci illuderemo di essere una democrazia normale. Dico ci illuderemo perché in realtà, nel nostro scimmiottare le altre democrazie, non ci rendiamo conto che a marzo non saremo mica chiamati ad eleggere il nuovo esecutivo, bensì il nuovo Parlamento. E non sappiamo nulla di come verranno scelti i deputati e i senatori.

In questo confronto fra i fantastici 5 è emerso una cosa: su tre candidati del Partito Democratico uno di questi sembra non ne faccia parte, quando parla, come se fosse stato eletto a Palazzo Vecchio senza i voti del PD. Trovo l’atteggiamento di Renzi irritante: oltre la rottamazione non ha detto nulla che non fossero asettici slogan. In questo ha ragione la Bindi: trovo il sindaco di Firenze un prodotto del ventennio berlusconiano e quando lui si paragona a Clinton, Obama e Blair credo lo faccia perché la stragrande maggioranza delle persone non sarebbe in grado di ascoltare senza traduzione un discorso dei due presidenti americani e dell’ex primo ministro britannico!

In ogni caso le primarie sono una buona cosa: su qualche sito ho anche letto che alcuni sostenitori grillini invitano gli attivisti del movimento del comico genovese a inquinare il voto scegliendo Vendola, per contrastare i supporter del Governo Monti. Spero non sia vero, anche perché lo schieramento progressista sta dando una bella prova di democrazia partecipata. E loro dovrebbero fare altrettanto.

Rimane però un problema: a seconda della legge elettorale che avremo come verranno scelte le candidature? Se ci sarà ancora il Porcellum non sarebbe meglio estendere il metodo delle primarie anche per la scelta nelle posizioni delle liste bloccate?

Perché dopo le elezioni il Governo dovrà governare ma il Parlamento dovrà legiferare, a meno che si voglia sostituire un Parlamento di nominati come quello attuale, con un Parlamento di teleguidati dalla Magnolia e della Casaleggio …

 

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