Tristi coincidenze
Si prova una tristezza infinita nel leggere le dichiarazioni di Ingroia e la prima del Fatto stamattina: non si rendono conto, o forse se ne rendono proprio conto ma ritengono di aver sempre ragione come il Cavaliere e come Beppe Grillo e i suoi accoliti, mai colti da un dubbio, nemmeno su quali calze indossare la mattina, ma attaccare la Corte con gli stessi identici modi di Silvio Berlusconi rovina – per sempre – l’immagine di un Pubblico Ministero che ha tanto dato al Paese e di un quotidiano che ha rivoluzionato il modo stesso di concepire l’informazione.
Non passa nemmeno per l’anticamera del cervello a queste persone che forse – come tutti gli essere umani – qualche cazzata si può sempre fare. La direzione del Fatto parla di Corte Cortigiana e di invenzione di legge per dare ragione al Colle, mentre Antonio Ingroia, dalle colonne di Repubblica, commenta allo stesso identico modo con il quale il Cavaliere ha sempre commentato le leggi ad personam bocciate dalla Consulta: sentenza politica.
Ormai sono sei mesi che il Fatto e la Procura di Palermo conducono una battaglia contro il Colle e non sono mai sfiorati dal dubbio che forse il Quirinale si stia veramente muovendo per tutelare l’Istituzione e non la persona di Giorgio Napolitano. E che forse ogni tanto bisogna avere l’umiltà di dire: abbiamo sbagliato.
Forse per questo il discorso di Matteo Renzi domenica sera è sembrato a tutti i media per certi versi storici: perché per la prima volta un leader politico ha detto ho sbagliato, in un mondo, che va dalla politica all’informazione, in cui nessuno sbaglia mai e semmai sono gli altri che fraintendono o inventano leggi pro domo eius.
Berlusconi contestava la Consulta dicendo si trattava di giudici comunisti semplicemente perché nominati da Scalfaro (noto comunista, vero?), Ciampi e Napolitano. Adesso immagino che Ingroia, Padellaro, Travaglio, Flores d’Arcais, Di Pietro e Grillo sbraiteranno contro la Corte serva di poteri forti, delle banche e chissà del grande complotto demoplutogiudomassonico.
Forse una seria psicoterapia comportamentale sarebbe opportuna per superare questa depressione post-Silvium.
