Stato mentale confusionale

 In LIFE

Mi ricorda che mestiere fa suo marito, signora?“, chiede sempre sorpresa la pediatra a mia moglie dopo che in mattinata ho diagnosticato qualcosa nella respirazione della bambina. “È laureato in ingegneria, non c’entra nulla con la medicina!“, risponde Silvia sorridendo. “Un medico, mancato!“, ride la dottoressa dovendo confermare la pre-diagnosi di un non-medico!

Anziché seguire la politica e scrivere post sarebbe meglio – anche per la tua salute – che ti metta a scrivere un bel romanzo!“, mi esorta affettuosamente una mia amica, anche se so che poi legge sempre le farneticazioni su queste pagine!

Ma perché non provi a mandare qualche pezzo in qualche redazione di giornale!“, mi chiede una mia amica durante le feste natalizie, aggiungendo anche che forse potrei anche cominciare a scrivere i miei pezzi in inglese, per aumentare l’audience.

Scusa ma perché non fai il fotografo a tempo pieno?“, mi chiede il manovale che viene a fare dei lavori al parquet a casa, guardandomi lavorare alle mie foto sul mio iMac.

Ecco se mi dovessi basare su queste quattro affermazioni, di quattro persone distinte, di diversa formazione ed estrazione sociale, dovrei giungere all’inevitabile e ineluttabile conclusione che nell’estate del 1990 sono stato inequivocabilmente ed inesorabilmente un idiota …

Mi consola il fatto che a distanza di 23 anni, se non avessi scelto la Facoltà di Ingegneria, non avrei incontrato mia moglie e quindi non avrei avuto Elisa, non avrei potuto incontrare gli amici più cari che possiedo e che nonostante la distanza mi mancano un casino e ci si vuole bene come venti anni fa, non avrei potuto incontrare persone belle e brutte, buone e cattive, generose e opportuniste che la vita poi a Roma mi ha fatto incontrare.

E mi consola il fatto – soprattutto – che nonostante abbia scelto, in quell’estate dei Mondiali italiani, Ingegneria posso giocare a fare il giornalista, il fotografo e lo scrittore. Per il medico … pazienza, vorrà dire che avendo a disposizione un bel bambolotto vivo e vispo posso tornare infante e giocare al dottore con lei.

p.s. per amor di patria non riporto gli occhi sbigottiti dell’amica, che non vive in Italia e che mi esortava a scrivere sui giornali, quando le ho fatto notare che per scrivere su un quotidiano, una rivista, un giornale on-line è necessario superare un esame ed essere iscritto ad un ordine professionale. “Ma come?” – mi chiese – “non basta scrivere bene?”. No, cara, in Italia non basta … 

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