Non abbiate paura

 In RELIGIONE

Quando Giovanni Paolo II cominciò il suo ministero petrino, nell’ottobre del 1978, si capì che nulla sarebbe stato come prima: già la sua prima benedizione, non appena eletto ed irrituale secondo le consuetudini silenti dei suoi predecessori, avevano dato la cifra di quello che sarebbe stato il pontificato di questo vescovo venuto di un paese lontano.

Con la forza della giovane età, fu eletto a 58 anni e ne dimostrava dieci di meno, papa Wojtyla si affacciò dalla Loggia delle Benedizioni appoggiandosi dalla balaustra, come chiunque di noi si sporga da un balcone per parlare con il vicino del piano di sotto. Chiunque nel mondo avesse un minimo di dimestichezza con i mezzi di informazione capì – in quel momento – che il Conclave aveva partorito una di quelle soluzioni destinate a rivoluzionare il corso della storia. Qualche giorno dopo, durante la messa di inaugurazione del pontificato, Giovanni Paolo II – durante il suo discorso – pronunciò quelle parole che sarebbero diventate una sorta di motto per l’intero suo pontificato “Non abbiate paura!“, quasi come ad immaginare che la presenza sul quel sagrato di un papa così diverso dagli altri avrebbe terrorizzato molti, dentro e fuori la Chiesa.

E sicuramente non ebbe molti torti per quanto riguarda la paura fuori dalla Chiesa, come ad esempio nella lontana Mosca, per i dirigenti del PCUS. Forse soltanto dopo la sua elezione i dirigenti del Partito Comunista capirono di avere fatto il più clamoroso errore che avrebbero potuto compiere: raccontano le cronache, e ormai la storia, che il PC polacco, per timori che la Chiesa diventasse troppo influente, cominciò a pressare ed a controllare l’allora Primate di Polonia, il Cardinale Wyszynski, lasciando libero di operare quell’altro strano prelato, l’Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla, che agli occhi della nomenclatura comunista appariva come un bizzarro sacerdote e vescovo, tutto dedito al teatro e ai giovani e poco – sembrava – alla politica.

Così c’è solo da immaginare cosa abbiano provato a Mosca, a Varsavia, a Berlino e in tutte le capitali del Patto di Varsavia, quando questo Papa, venuto da uno sperduto paesino della Polonia, prima si inginocchiò lui davanti al Primate polacco e poi cominciò ad issare e sventolare il Pastorale, come fosse un vessillo, una bandiera.

La forza fisica di Giovanni Paolo II è stata il tratto principale della sua figura di pontefice e basta ricordare i discorsi a Varsavia nel 1979 e nella Valle dei Templi di Agrigento nel 1993, quando urlò tutta la sua rabbia nei confronti della mafia, per comprendere come la vigoria fisica di questo papa abbia influito nei rapporti internazionali.

Dopo la morte del papa polacco e l’elezione di Joseph Ratzinger moltissimi hanno provato a immaginare un confronto ovviamente impari fra i due: ma questo fino allo scorso 11 febbraio.

A modo loro, in maniera radicalmente diversa, l’uno con la forza fisica, l’altro con quella della mente, hanno compiuto dei gesti tali da far rompere equilibri millenari: e nel discorso di ieri a Piazza San Pietro, tutto pieno di pastorale e completamente svuotato di politica, papa Benedetto XVI ha di fatto rilanciato il “non abbiate paura” del suo predecessore: chiede al popolo di Dio, e forse non soltanto ad esso, di non aver paura delle novità, dei gesti che rompano schemi ed equilibri precostituiti. Di non aver paura se coesistono un Papa emerito e un Papa regnante, di non aver paura del rinnovamento anche del ministero petrino.

Fra qualche minuto la Santa Sede sarà di nuovo vacante e da domani comincerà, per la Chiesa Cattolica Romana direttamente e per il mondo intero indirettamente, un nuovo capitolo di storia, tutto da scrivere e tutto da comprendere.

Spesso dal Conclave vengono fuori delle sorprese inimmaginabili, dal papa buono, Giovanni XXIII, che doveva essere un papa di transizione e che invece rivoluzionò tutto convocando il Concilio Vaticano II (oltre ad aver contribuito, con il suo messaggio alla radio e con l’enciclica Pacem in Terris ad evitare il vicendevole annientamento fra americani e sovietici a furia di missili nucleari!), al papa bavarese che nonostante polemiche se ne va, rinunciando al potere, rara vis in era moderna!

Ed è affascinante per noi contemporanei poter vivere proprio nella città dove questo capitolo comincia a prendere forma.

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