Il campo di distorsione della realtà

 In POLITICA

So che potrà sembrare ipocrita questo post, provenendo da uno che adopera la rete, twitter, facebook, google, ha messo su un sito internet e ci passa almeno quattordici ore al giorno! Però quando ho letto che alla Direzione del Partito Democratico, attualmente in corso a Roma, sono state consegnate 50.000 (ripeto, come negli assegni, cinquantamila!) firme di una petizione on-line che auspicava un passo indietro di Pierluigi Bersani a favore di un sedicente governo dei cittadini, non ho potuto fare a meno di sorridere.

Sì perché ormai noi utenti della rete stiamo cominciando a soffrire di una sorta di complesso di superiorità che raggiunge livelli stratosferici!

Abbiamo votato due settimane fa, milioni di voti hanno ricevuto i tre principali capi delle tre coalizioni, Pierluigi Bersani poi si era sottoposto anche alle primarie, insieme a Renzi, ottenendo oltre un milione di voti, e che facciamo in rete? Buttiamo giù una petizione, che riceve il consenso di un infinitesimo numero di individui (peraltro non è detto siano tutti aventi diritto al voto!), rispetto a primarie (figurarsi i voti veri!) e pretendiamo che – in nome della partecipazione dal basso – si cambino le proposte!

Ho la sensazione che questa sia la peggiore personalizzazione della politica: fare politica significa – nei momenti di difficoltà, quando ad esempio le maggioranze non esistono – trovare soluzioni di compromesso e di sintesi.

Non è cambiando i pupazzi che la storia cambia: se il plot fa schifo continuerà a farlo, anche se il protagonista fosse Vittorio Gassman.

E questo vale – con i limiti di una struttura che nasce soltanto in rete – anche per il movimento di Grillo che giustamente rifiuta di farsi dettare la linea dalle petizioni e che è chiamato – dal Paese – all’assunzione di responsabilità, a prescindere, come direbbe Totò, da Bersani o da Rodotà (che incredibilmente stanno bruciano come possibile Premier quando potrebbe essere un ideale Presidente della Repubblica).

A me sta sembrando che questa continua ricerca di visibilità in rete ci stia facendo perdere la bussola: un portale, una testata giornalistica on line, un blog, i profili sociali dovrebbero essere luoghi di confronto di idee, dei mezzi, degli strumenti per la comunicazione e l’informazione.

Non possono diventare una sorta di realtà parallela, distorcendo ciò che accade nella vita di ogni giorno.

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