Ora pro nobis

 In POLITICA

Pur ammettendo che le italiche vicende stanno veramente rompendomi i gabbasisi e che trovo di gran lunga più interessante, giornalisticamente parlando, ascoltare le Litanie dei Santi della processione che fra qualche ora introdurrà i lavori del Conclave (ed è tutto dire del livello tedioso – per me – che ha raggiunto la nostra politica), segnalo a chi se lo fosse perso la puntata di ieri di Otto e Mezzo ed in particolare il punto di Paolo Pagliaro, nel quale il giornalista parla del finanziamento della Politica negli altri Paesi europei (minuto 20 circa).

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A quanti ieri si sono esaltati twittando il loro giubilo dopo l’invito a Bersani di Beppe Grillo, per la rinuncia ai rimborsi, sarebbe interessante ricordare che in tutta Europa la Politica viene finanziata attraverso i soldi pubblici proprio per evitare che una oligarchia di individui, più o meno ricchissimi, possa essere l’unica titolata a fare le campagne elettorali. Inoltre il finanziamento pubblico consente di rendere la politica indipendente dalle varie lobby, anche legittime, che possono esserci. Naturalmente affinché tutto funzioni bene c’è solo un presupposto: onestà e controllo. Due qualità che da queste parti latitano.

Ma la soluzione grillo-renziana-berlusconiana sarebbe la migliore?

In Francia oltre allo stanziamento di 80 milioni di euro va aggiunto un meccanismo di rimborso elettorale per le spese documentate. E le sanzioni addirittura riguardano il mancato rispetto delle condizioni di parità di genere. In Germania oltre ai contributi pubblici erogati ai partiti in forza della loro consistenza elettorale (complessivamente oltre 142 milioni di euro), lo Stato finanzia anche le Fondazioni che fanno capo ai partiti (forse là hanno capito che un CV di Sommelier per la commissione agricoltura non basta e bisogna investire in formazione delle classi dirigenti). In Spagna vi sono contributi statali e rimborsi elettorali. Nel Regno Unito soltanto l’opposizione (ma lì è semplice, ci sono solo tre partiti) viene foraggiata dai soldini pubblici non potendo avvalersi dell’apparato governativo, ma vi sono a disposizione una marea di servizi per la propaganda politica ed elettorale dei quali si fa carico lo Stato.

Nessuno in Europa pensa che dei partiti si possa fare a meno e che per fare Politica basti internet“, chiude il collaboratore della Gruber.

Nessuno tranne noi in Italia, dove la maggior parte dei partiti alle elezioni, tranne quella parte del Partito Democratico non renziano e la sinistra di Vendola, per restare sui quattro schieramenti principali, pensa che andrebbe abolito il finanziamento pubblico dei partiti, e in un caso che debbano essere proprio sostituiti questi partiti con un solo grande movimento.

Non ci resta che sperare (e pregare) che il nuovo Papa che verrà eletto (mi azzardo in un previsione: giovedì fumata bianca) riesca a fare un bel po’ di pulizia all’interno della Chiesa Cattolica: hai visto mai che per una volta la nostra classe politica, sempre intenta a copiare i dettami di Santa Madre Chiesa, riesca stavolta a copiare qualcosa di decente?

 

p.s. Dopo la presa della Bastiglia del PDL ieri abbiamo appreso che l’Italia ha deciso di tenere a casa i nostri due fucilieri di Marina che in India l’Alta Corte del Kerala attendeva per processare. Non bastava la colossale figura di m. che i nostri parlamentari ci hanno regalato ieri, serviva anche una bella crisi internazionale con un Paese amico e democratico. Naturalmente mi auguro che la Farnesina abbia ben valutato tutti gli aspetti di questa vicenda  sta di fatto che al prossimo incidente con gli americani, che spesso hanno il vizietto di scappare a casa (vedi Cermis) mi auguro che noi si abbia almeno la decenza di tacere. Quanto meno, essendo un Paese che si professa quasi interamente cattolico, per rispettare quella storiella lì della prima pietra.

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