Il custode

 In POLITICA

Gino Strada, probabile personalità che verrà votata da molti grandi elettori per il Quirinale, è sicuramente un uomo impegnato, stimabile e che ha messo su un’organizzazione umanitaria fantastica e degna di lode.

Tuttavia il Presidente della Repubblica, come affermano i tromboni nei giornali, è il “custode” della Costituzione. L’altra mattina, su Rai Tre, nella trasmissione Agorà, ha affermato che l’Italia è un paese in guerra. Ora io comprendo le frasi ad effetto ma se il nostro Paese fosse in guerra, quanto meno a coloro che sono ufficiali della riserva di complemento sarebbe arrivata una letterina! E invece niente! Almeno io non ho ricevuto nulla!

Non vorrei passare per guerrafondaio ma un possibile candidato alla Presidenza della Repubblica deve essere assolutamente conscio di cosa significhi l’articolo 11 della nostra Costituzione e il suo ripudio della guerra come strumento di offesa. Si può discutere di spese militari, di eccesso di ufficiali rispetto alle truppe, di privilegi delle greche rispetto agli altri dirigenti pubblici.

Ma non comprendere che le nostre truppe non muovano offesa è francamente incredibile.

Dove ha visto, Strada, i nostri soldati invadere nazioni? Dove ha osservato bombardamenti dai nostri aerei? E dove ha visto le nostre navi militari bombardare le coste di un nemico?

Quando il nostro Paese ha inviato forze armate senza una risoluzione delle Nazioni Unite che lo richiedesse?

Si può discutere o meno dell’opportunità politica di inviare truppe o del tempo di permanenza, ma non si può certo dubitare della legittimità formale della presenza dei nostri militari in Kossovo, Afghanistan o Libano. E in Iraq, proprio in assenza di una risoluzione delle Nazioni Unite, l’allora Capo dello Stato Ciampi rifiutò di autorizzare la partecipazione dell’Italia nella coalizione dei volenterosi, proprio per rispetto dell’articolo 11 della Costituzione.

Se una certa sinistra, che si autodefinisce pacifista come se gli altri fossero tutti guerrafondai, non riuscirà a comprendere la nemmeno troppo sottile differenza fra intervenire in un contesto internazionale e invadere un paese straniero allora non credo possa mai avere titolo per ricoprire la massima carica dello Stato e custodire la Costituzione. Che serve a proteggere i più deboli, anche utilizzando – purtroppo – la forza.

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