Idee e ideologie

 In POLITICA

In questo Ventennio, dominato dalla figura tragica e ridicola di Silvio Berlusconi, abbiamo avuto la grande fretta di liquidare – insieme alle ideologie – anche le idee. È passata quindi la tesi che dovessimo abiurare alle convinzioni per una ricerca del consenso convincendo il cosiddetto centro, inseguendo il modello dello slogan, della boutade, del mercato. Siamo passati dal voto ideologico al voto del supermercato, secondo il volantino delle offerte speciali che ci convinceva di più.

Oggi su l’Unità c’è una bella intervista al dimissionario segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani (sarà gratuita nel pomeriggio per chi volesse leggerla), che dà la cifra di come questo nostro disastrato Paese e questa nostra folle e divisa sinistra italiana, sia stata contagiata forse più di quanto noi ce ne rendiamo conto, dal virus del berlusconismo.

Ho già scritto, prima della debacle quirinalizia, di come Bersani fosse per me l’uomo giusto nel Paese sbagliato, e dopo aver letto questo pezzo, nel quale si prende le sue responsabilità ma invita anche gli altri del suo partito a farsi qualche esame di coscienza, ne sono sempre più convinto.

Ed è stato un peccato che dalle parti del PD e del M5S non si sia capito lo scopo del Governo del Cambiamento: adesso ci teniamo il governissimo, ci teniamo il Berlusconi neo-statista, ci teniamo il Brunetta, il Sacconi, la Biancofiore, la Gelmini (e purtroppo non si vede più la Carfagna, almeno l’occhio ne godeva, in assenza di politica!).

Però sia chiara una cosa agli amici del PD che sulla pelle di Marini, Prodi e Rodotà hanno voluto celebrare le loro primarie congressuali durante l’elezione del Capo dello Stato: non si può remare contro un progetto di cambiamento nel timore che funzioni e quindi perda appeal la novità giovanile (Renzi e i renziani), lavorare ad un governo di larghe intese nella paura di perdere potere (D’Alema, Bindi, Veltroni, Fioroni) e poi però sparare contro Berlusconi, Brunetta e Biancofiore. Perché ha ragione da vendere Michele Serra quando stamattina, sulla sua amaca, dice che è inutile auspicare ad un governo con la destra come avvenuto in Germania. Da noi quella destra semplicemente non esiste. Da noi la destra è questa cosa qui.

E quindi adesso che abbiamo fatto pagare il prezzo più alto soltanto a Pierluigi Bersani, almeno si abbia la decenza di smetterla con la doppiezza fra chi vuole i voti del PDL per governare e poi ne respinge il proprietario quando si tratta di riformare! Si abbia almeno la dignità di stare zitti e se la storia della Convenzione per le Riforme non convince si lavori in Parlamento (luogo dove si parla e che anche Vito Crimi oggi lo ha scoperto! Meglio tardi che mai!) per fare le riforme che si riesce  a fare, a partire dalla legge elettorale, e poi si vada serenamente a votare. Se gli italiani sceglieranno di nuovo Berlusconi perché promette di togliere tutte le imposte e magari regalare anche un buono sconto per una TV; se voteranno in massa il comico ligure perché convinti che il problema di ogni cosa è sempre fuori dai nostri confini e si chiama moneta unica (a proposito ma com’è che si affermano gli euroscettici in UK nonostante lassù battano moneta tranquillamente e vadano serenamente in deficit? Misterium Fidei!); se dovremo assistere alle adunate oceaniche davanti a questi due clown allora vorrà dire che ce ne faremo una ragione.

Ma almeno la dignità di chi non è complice e si assume le responsabilità la vogliamo mantenere?

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