I fondamentali
Il vice presidente dell’Assemblea Regionale Sicilia, il primo Parlamento al mondo in senso moderno (sì, cari amici, non c’è solo la Mafia in Sicilia come spesso siete portati a credere oltre Scilla. C’è anche un bel pezzo di storia della democrazia che poi abbiamo esportato fino al Circolo Polare Artico!), viene espulso dal suo gruppo parlamentare, il Movimento Cinque Stelle, perché – afferma Giancarlo Cancelleri, portavoce all’ARS e già candidato alla Presidenza della Regione Siciliana, Venturino “ha infatti violato una delle regole fondanti del Movimento: la restituzione, con rendicontazione, delle somme eccedenti i 2500 euro più rimborsi spese“.
Quindi un Movimento politico non ha come regole fondanti una certa idea di società, di futuro, di istituzioni e via dicendo. Certo ci saranno le cinque stelle, la banda larga, la raccolta differenziata. Ma qui si parla che una somma di 2500 euro, stabilita non si sa in base a quale criterio, viene ritenuta congrua per fare il Deputato regionale. Ora francamente trovo stucchevole tutta questa ossessione per i rimborsi, le diarie e le indennità. Ma è il loro partito e non me ne può fregare di meno.
Poi ti capita di leggere sulle cronache palermitane di Repubblica (quello di carta/digitale, non il sito) un’intervista allo stesso Venturino e capisci che la foglia di fico della quale parla Cancelleri in realtà non soltanto non è tale ma è ben più profonda la frattura all’interno del Movimento. La storia dei rimborsi, degli scontrini delle caramelle e delle indennità rappresentano soltanto la facciata di quello che sta accadendo dentro il Movimento, con lo scontro di chi – fieramente schierato con il grande capo – continua a mandare a quel Paese tutti e chi invece – avendo visto da vicino la possibilità vera di realizzare quel cambiamento predicato in campagna elettorale – se lo è visto sfuggire proprio per la mancanza di una visione che andasse al di là di questi benedetti 2500 euro.
Molto interessante l’intervista al vice presidente dell’ARS, perché ci fa capire – una volta di più – che quando l’Unità titolo sul grande vero inciucio, fra Grillo e Berlusconi, non aveva poi visto tanto male.
