La rivoluzione allegra

 In RELIGIONE

Forse non se ne renderà conto, il Papa, ma ogni volta che si muove e pronuncia mezzo discorso, con quel suo sorriso e la sua alegría sempre presente, fa la felicità di tutti noi, volontari e professionisti dell’informazione che per qualche giorno/ora possiamo pensare a qualcosa di meno tetro e meno funesto della realtà che ci circonda.
Va dato atto a questo Pontefice di aver rivoluzionato quanto meno la comunicabilità del Soglio di Pietro, tornando al coinvolgente protagonismo di Giovanni Paolo II, dopo l’intermezzo austero di Benedetto XVI.
Forse il Papa l’ha fatto anche per noi italiani che in queste ore stiamo attendendo la sentenza del processo Mediaset, nuovo ed ennesimo Armageddon della politica nazionale.
Magari le nuove parole del Papa sui gay non saranno nulla di nuovo, sicuramente i pessimisti di professione troveranno sempre la pagliuzza negli occhi della Chiesa, non rendendosi conto che stanno chiedendo ad una confessione religiosa ciò che i loro politici e politicanti, vecchi e nuovi, casta ed eletti dal dio della Rete, non riescono a dare, ossessionati come sono dalle trame di potere e dall’assurda e per certi versi patetica contabilità pentastellata.
Nessuno nella nostra politica sedicente di destra e nemmeno nei seguaci del bravo ragazzo fortunato di Firenze hanno mai detto parole come quelle di Bergoglio di ieri: “chi sono io per giudicare un gay che cerca Dio?”. In molti l’abbiamo sempre pensato e ci siamo scontrati con l’ufficialità della Chiesa e i ripetitori automatici di molti fedeli che rinunciano a priori a utilizzare la propria testa per farsi un’idea.
Sapere che il Papa stavolta è dalla tua parte ti fa sentire meno solo e speranzoso che le muffe nelle pareti di Santa Romana Chiesa forse con questo ricambio d’aria prima o poi scompariranno.

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