Il compagno Leonid

 In POLITICA

Confesso che ho provato molta tristezza davanti alla videoclip di Silvio Berlusconi.

Dopo venti anni di parole, promesse, minacce; dopo che i suoi principali collaboratori e familiari sono stati condannati in sua vece; dopo i legami provati con Cosa Nostra da parte del suo braccio destro (e forse anche sinistro) Dell’Utri; dopo un ventennio di illusioni guardarlo di nuovo arringare la folla, incitare alla lotta contro la magistratura, invitare gli uomini liberi a unirsi a lui “nella lotta per la libertà” mi ha messo una grande tristezza.

Non c’è nemmeno l’urlo in camera di Maradona negli States, dopo il meraviglioso gol alla Grecia, ultima perla di una carriera sportivamente enorme ma umanamente folle.

Non c’è effettivamente nulla di significativo se non le solite parole, ormai vuote per la maggioranza degli italiani, ma che per effetto del masochismo italico continuano a essere pericolose.

Non ha minacciato la crisi di governo, non ha ritirato ministri, non ha fatto proprio nulla. Se l’è presa con i magistrati (sai che novità!), ha proclamato la sua innocenza (scontato) e alluso a una revisione del processo (in base a cosa non si sa!), ha paventato persino la decadenza da senatore.

Se fosse stato veramente un uomo, con la propria dignità, non avrebbe mai permesso che la Giunta per le Immunità stasera, e l’Aula di Palazzo Madama a ottobre, votassero la sua decadenza: se ne sarebbe andato lui, d’impeto, con l’orgoglio del leone ferito.

Invece eccolo lì, con quella solita aria da arruffapopoli che però – con 20 anni in più sulla faccia tiratissima per i troppi interventi di lifting – non sortisce più nessun effetto, nemmeno di rispetto per l’avversario.

Mi ha ricordato Leonid Brezhnev, di fatto l’ultimo segretario del PCUS prima che il tornado Gorbachev si abbattesse sull’Unione Sovietica. E così come la glasnost e la perestrojka si portarono via persino il compagno Michail, adesso queste sentenze e soprattutto questo messaggio è la degna conclusione del nostro ventennio. Era cominciato con una videocassetta VHS: è cambiata soltanto la tecnologia, da analogica a digitale.

E purtroppo per Silvio è cambiato pure il suo volto, mummificato, senza pathos e senza nessun credito.

Adieu.

 

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