Le mie scuse a Giorgio Napolitano

 In POLITICA

Poiché non credo che Beppe Grillo e i suoi scagnozzi, Antonio Ingroia, Antonio Di Pietro, Matteo Salvini, Mario Borghezio, Marco Travaglio, Antonello Caporale, Antonio Padellaro, Paolo Flores D’Arcais, Michele Santoro, Vauro, Giulia Innocenzi, Beatrice Borromeo, Sandro Ruotolo, giusto per citare i principali, feroci, intransigenti e intolleranti avversari – politici e giornalisti – del Presidente della Repubblica, avranno mai il coraggio e le palle, figurarsi l’umiltà!, per chiedere scusa al Capo dello Stato lo faccio io per conto loro.

Dovrebbero scusarsi infatti per averlo accusato di essere colluso con il potere, di non difendere la Costituzione, di infangare il nome dell’Italia, di essere servo di Berlusconi e di essere contrario al popolo.

Sul blog del comico genovese, che ospita sempre post indignati e incazzati, sempre pronti ad attaccare “Morfeo“, come veniva chiamato fino a marzo Napolitano, salvo poi scoprire che il nostro Presidente era molto sveglio e persino troppo addentro anche alle loro inestimabili utopie programmatiche, dubito troverà oggi spazio l’elogio che meriterebbe Napolitano per il comunicato che ha diramato poco fa l’Ufficio Stampa del Quirinale che è semplicemente perfetto da un punto di vista costituzionale, istituzionale, politico e mediatico:

“L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel PdL. Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere.
Non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere. C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del PdL – la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento.
Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una “operazione eversiva” in atto contro il leader del PdL. L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria”.

Dovrebbe provare vergogna profonda – stasera – Marco Travaglio, di rientro a Servizio Pubblico, per gli ultimi editoriali/corsivi al vetriolo avente oggetto sempre e soltanto il Presidente della Repubblica, quasi fosse persino colpevole in prima persona per il fatto che Silvio Berlusconi è votato da nove milioni di italiani.

Basta leggere le righe del comunicato per comprendere che quello che la Rampino sulla Stampa ha scritto stamattina è forse molto più di un retroscena e cioè che le dimissioni di Napolitano sono pronte e mancano soltanto dell’opportuno protocollo e sigillo. Non sarà certo lui a sciogliere le Camere e a richiamare gli italiani a votare con il Porcellum.

Vedremo se i difensori dell’art. 138 della Costituzione saranno in grado stavolta di contribuire all’elezione di un Presidente della Repubblica: mancando purtroppo i grandi vecchi sarà dura trovare un Presidente che riesca a sopportare il peso dell’immaturità del popolo italiano, dei suoi rappresentanti e dei suoi leader politici, al livello del Presidente Napolitano.

Per il momento aspettiamo delle scuse che purtroppo non arriveranno.

 

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