Il divano e le sentenze

 In UN CALCIO DAL DIVANO

Mi ritrovo spesso a discutere con juventini sullo scandalo del 2006, che ha mandato la Juve in serie B, ed ha assegnato uno scudetto, quello relativo al campionato 2005-2006, alla mia Inter (il famoso scudetto di cartone). Queste discussioni portano spesso ad incazzature notevoli, perché poche cose come il calcio fanno arrabbiare davvero. Io credo che la pacificazione nazionale calcistica tra juventini ed interisti sia più difficile da raggiungere di quella tra antiberlusconiani e berlusconiani. Perché un berlusconiano può anche cambiare idea, uno juventino, o un’interista, ben più difficilmente.

La ragione del contendere riguarda le irregolarità ed il sistema di favoritismi creato da Moggi, direttore generale e membro del c.d.a della Juve, aveva creato. Questo sistema è stato certificato da più di venti sentenze sportive (univoche) emesse da più tribunali diversi sportivi, e da un tribunale penale, quello di Napoli, che ha condannato Moggi. A me scappa da sorridere quando sento amici juventini e “giustizialisti” lamentarsi del mancato rispetto delle sentenze da parte di Berlusconi, e portare la maglia con scritto 31, e la terza stella in bacheca o addosso. Farsi la domanda:”Se Previti è stato condannato per corruzione a favore di Berlusconi, come può B. dirsi innocente?” e non porsi il problema per Moggi e la F.C. Juventus.

Ma quello che molti juventini si rifiutano di accettare è che noi interisti (parlo per la maggior parte di quelli che conosco) siamo molto più incavolati per i campionati  che non vengono toccati dalle inchieste; io sono un tifoso, quindi la parola stessa presuppone uno sguardo parziale dei fatti. Ma un campionato così falsato come quello del 1997-98 non riesco a ricordarlo; questo campionato non può essere oggetto di sentenze sportive, in quanto i fatti sono caduti in prescrizione (la parola magica su cui tornerò più avanti). Rimando alla clip che si può trovare su youtube della sigla finale di Elio e Le Storie Tese di Mai dire Gol 1998, dal titolo Ti Amo Campionato, che descrive (in piccola parte) gli episodi controversi più significativi di quella stagione. Tutti ricordano il famoso fallo di Iuliano su Ronaldo, ma pochissimi ricordano che quella partita fu solo una delle tante falsate, e che in quella stessa partita ci furono tantissimi episodi decisi in modo discutibile dall’arbitro Ceccarini. Il capo degli arbitri in quella stagione fu Baldas, poi divenuto commentatore della moviola al processo di Biscardi, e come le intercettazioni riportano comandato a bacchetta da Moggi nella valutazione degli episodi alla moviola. Ora, se Moggi era in grado di “condizionare” Baldas nel commento, figuriamoci come poteva essere imparziale il capo degli arbitri in quella stagione. Ma a parte ogni valutazione logica, i fatti accaduti “sul campo” (altra espressione magica) sono sotto gli occhi di tutti. E che dire del campionato 2001-2002? Anche i fatti accaduti in quella stagione sono ormai prescritti, ma molte partite furono condizionate da episodi sfavorevoli, e del resto il sistema accertato nel biennio 2004-2006 era in piedi anche nel 2002. Certo, il numero degli episodi controversi è inferiore a quello del 1998, ma ci furono. Quel campionato si concluse con il famoso 5 maggio, con una partita all’Olimpico in cui l’Inter avrebbe potuto e dovuto comunque vincere il campionato contro una Lazio che giocò contro i suoi stessi tifosi, e fu l’ultima partita di Ronaldo in maglia nerazzurra, ma la disfatta nerazzurra di quel giorno (sul campo) non può far dimenticare che in quel momento il campionato sarebbe dovuto essere già concluso.

Ci sarebbe poi da discutere dei condizionamenti del calciomercato, dove la GEA, gestita da tanti figli di, tra cui il figlio di Moggi, (detto senza nessuna ironia), condizionava e gestiva le carriere di tanti calciatori, e anche le convocazioni in nazionale. Si dovrebbe parlare di Agricola, che per conto della società Juve aveva organizzato una farmacia con una quantità di medicinali degna di un policlinico universitario, e sul mistero per cui tanti giocatori della Juve, una volta lasciata la società, diventavano delle pippe colossali. Ma soprattutto mi piace sottolineare una frase riportata da Giampiero Boniperti, in occasione dell’inaugurazione del nuovo stadio: “Alla Juve vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Ecco, credo non possa esistere frase più antisportiva di questa, perchè se vincere è l’unica cosa che conta, in nome della vittoria si possa fare qualunque porcata. Del resto, non fu l’avvocato Agnelli a dire che “lo stalliere del re doveva conoscere tutti i ladri di cavalli” riferendosi a Moggi?

A questi fatti, dall’altra parte, si risponde con la telefonata fatta da Facchetti relativamente ad una partita di Coppa Italia, in cui (sono tifoso e quindi fazioso) mi pare che Bergamo finga di rassicurarlo, e sotto sotto si diverta un mondo a prenderlo per il cuBo. Del resto Facchetti era dispregiativamente soprannominato brindellone dal duo Moggi Bergamo, come si evince da tante intercettazioni. Poi, con la relazione di Palazzi, in cui il procuratore dichiara che l’Inter dovrebbe rinunciare alla prescrizione e lasciarsi processare in relazione ai fatti accaduti nel biennio 2004-2006, facendo finta di dimenticare che Facchetti non può più difendersi. Fossi stato io il presidente dell’Inter, avrei accettato la richiesta di Palazzi, a patto che la Juve facesse altrettanto con il campionato del 2002, soprattutto quello del ’98, e per la vicenda doping. Allora sì che potrebbe avvenire un’autentica pacificazione…

PS: dimenticavo, Recoba e relativo passaporto!

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