Siamo un paese fortunato

 In POLITICA

Allora vediamo se abbiamo capito bene a che punto siamo.

Il PDL forse domani si scioglie e torna Forza Italia, perché deve tornare lo spirito originario del 1994. Il brand non vende bene e c’è persino chi chiama il partito la PDL e non il PDL come sarebbe più corretto. Poi non funzionano le sedi territoriali, i circoli, meglio tornare ai club che fa tanto figo. Poi è necessario un Amministratore Delegato perché è meglio che un partito sia amministrato come un’azienda (copyright Miki Biancofiore stamattina su la7) e qual è il miglior AD sulla piazza? Ma naturalmente colui che ha vinto tutto il vincibile negli ultimi venticinque anni: Adriano Galliani. Così si libera persino un posto nel Milan e la figlia gnocca Barbara può finalmente giocare con i suoi soldatini, dopo aver collezionato un po’ di toy-boys. Adesso li dovrà pure stipendiare, ma almeno comanderà lei. E come disse Jack Nicholson in Codice d’Onore? Se non ti sei fregiato dei servigi di un tuo diretto superiore … va beh, la frase era più colorita ma avete capito. Altrimenti ve lo andate a rivedere che è un bellissimo film e Demi Moore è meravigliosa nell’uniforme della US Navy.

Il PD sta per eleggere il nuovo segretario nazionale, con primarie aperte, mentre nel frattempo si eleggono i direttivi nei vari circoli (almeno così ho capito), si votano le mozioni e si pesa il voto degli iscritti. In maniera poco comprensibile (almeno per me) l’elezione generale del segretario di questo partito è aperta a chiunque abbia voglia di eleggerlo, anche senza che poi militi o si impegni in quel partito. A che diavolo serva allora tutto questo congresso decentrato, che congresso in realtà non è, non lo so. Sono antico lo so. Comunista!

Nel frattempo il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, già vice segretario dello stesso PD, viene invitato a Lipsia a tenere un discorso al Congresso del più importante e antico partito socialista e progressista del mondo, che per inciso ha eletto un segretario al proprio interno che non è automaticamente il candidato cancelliere, anzi. Vuole proprio occuparsi del partito, mentre il prossimo candidato cancelliere verrà stabilito a tempo debito.

Letta comincia a togliersi qualche sassolino con la Merkel, fa un discorso di sinistra e ovviamente in Italia non è assolutamente ripreso, se non di passaggio in TV, specialmente dalla mitica “rete” dove invece si dibatte fino allo sfinimento sull’intervista (che peraltro è condivisibile al 100% e che se non l’avesse data D’Alema ma Barack Obama l’avremmo sottoscritta tutti!) se Briatore abbia le capacità di montare un gazebo. Perché? Perché c’è stata una splendida battuta dell’ex leader maximo in merito al concetto di partito che Renzi ha in mente (se ce l’ha, ovviamente). Lo stesso D’Alema ironizza sul fatto che loro stanno eleggendo un segretario e non un dattilografo, dopo la straordinaria performance su Twitter del sindaco di Firenze che ha persino insospettito Enrico Mitraglietta Mentana: apriti cielo!

Ha osato attaccare chi usa la rete, D’Alema! Come osa? Non ha mai lavorato in vita sua!

C’è stato persino chi lo ha criticato perché – secondo questo giornalista – questa battuta denota tutta la distanza di D’Alema dal mondo moderno che conta: Twitter, i social, il computer, la rete!

Nel dibattito congressuale democratico l’unica cosa che conta è l’età: è giovane, è cool, votiamolo.

Poi che vuole riproporre il blairismo in Italia e in Europa, dopo che è stato sonoramente sconfitto anche in Patria, dopo che persino il Partito Laburista ha preferito il fratello Milliband di sinistra, anziché quello di centro “blariano“, non conta più nulla. Non conta che il PSF è schierato saldamente verso la sinistra o che la SPD non è affatto di centrosinistra ma di sinistra. Niente di tutto questo.

Renzi è giovane e va votato, come se Cuperlo avesse 90 anni, Civati 80 e Pittella 70.

E anche se fosse, potrei aggiungere? Ma lasciamo perdere, viva Renzi!

Renzi ci fa vincere, con una piattaforma sostanzialmente incomprensibile, con un miscuglio di Blair, Clinton, Obama, Hollande, Milliband: una sorta di pinzimonio del centrosinistra degli ultimi venticinque anni ma – dicunt – ci fa vincere.

Ci fa vincere cosa? Ah non chiedetelo a me.

Il Parlamento è stato appena eletto, la legge elettorale sta per essere dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale e se va bene ci becchiamo un proporzionale puro da Prima Repubblica, se va male, la Consulta forza le sue prerogative potrebbe persino ripristinare il Mattarellum.

Con due terribili conseguenze: innanzi tutto è inaudito che il custode della Costituzione la violi.

Poi perché – secondo i dati elettorali di febbraio, proiettandoli sui collegi uninominali di dodici anni fa – alla Camera vincerebbe Silvio Berlusconi e la sua coalizione, mentre il Senato rimarrebbe quel casino che è attualmente.

Però divertiamoci pure con il gioco delle primarie, che mai come quest’anno definirei inutilitarie, e che forse dovrebbe abbandonare definitivamente perché così mi sembrano proprio una follia.

Come dice un mio amico: ben venga Renzi, voglio un PD berlusconiano!

Alè! Come la metti, Silvio vince sempre. Un genio.

A destra del PDL la Lega Nord si accinge a eleggere il successore di Roberto Maroni, che a sua volta sostituì Umberto Bossi: quest’ultimo si è candidato alla segreteria per riprendersi il partito. Quindi la novità che propone la Lega Nord è … Umberto Bossi. Non un omonimo. Lui stesso. Surreale se non fosse triste e deprimente.

A sinistra del PD il principale alleato alle elezioni, ma ora all’opposizione, SEL ha un capo che si sganascia dalle risate con il portavoce dell’Ilva: oggetto comico è un cronista bloccato in una sala dallo stesso portavoce mentre chiede a Riva conto dei casi di tumori di Taranto. Il tutto in una bellissima atmosfera cordiale con l’azienda metallurgica, con qualche battutina sul direttore ARPA da parte dello stesso portavoce. Se per la telefona alla Ligresti il ministro Cancellieri deve dimettersi (e su queste pagine lo si è sostenuto fino a ieri) boh fate un po’ voi se il Presidente della Regione Puglia non debba rimettere l’incarico nelle mani degli elettori.

Al centro c’era Monti e la sua Scelta Civica: volevano candidare alla Presidenza della Repubblica una servitrice dello stato, Annamaria Cancellieri, ora travolta dallo scandalo Ligresti. Volevano essere ago della bilancia e si trovano irrilevanti. Stanno litigando persino sulle regole interne …

Fuori da tutto questo schema abbiamo i quattro gatti della Meloni, di La Russa e di Crosetto, che si sono uniti nel nome di Mameli (entrati in Parlamento come primi dei coalizzati che non hanno raggiunto il 2% di lista. Chiaro, vero?) e poi il grandissimo successo mediatico costituito dal Movimento Cinque Stelle.

Quest’ultimo è riuscito in una botta sola a portare in Parlamento chi crede alle scie chimiche, chi crede alle sirene, chi crede nei microchip, ha dubbi sulla morte di Osama Bin Laden e accredita le ipotesi complottiste dell’11 settembre e vorrebbe vedere una clip con l’aereo che si schianta sul Pentagono.

I suoi eletti teorizzano di chiedere test di Costituzione agli elettori prima di prendere la matita copiativa in mano e poi non conoscono l’età minima per essere eletti al Quirinale, non sanno che i senatori a vita di nomina presidenziale siano cinque, teorizzano un cumulo di senatori nelle mani di Napolitano perché al secondo mandato così possa salvare Berlusconi facendolo senatore a vita, non sanno far di conto sulle pensioni e quando poi li beccano, anziché dire ho sbagliato, chiudono direttamente l’account Facebook. Le loro conoscenze storiche sono limitate a quanto hanno potuto apprendere negli ultimi numeri di Topolino e per quelli più intraprendenti in edicola (che ovviamente verranno scomunicati perché si sono accostati alla carta) grazie a Focus Storia: hanno appreso quindi che Enrico Berlinguer ha approvato l’invasione sovietica dell’Afghanistan (Alessandro Di Battista, commissario politico del Movimento – copyright Vittorio Zucconi, non è merito mio!) e che Bush ha mosso guerra allo stesso paese sulla base di prove false (era l’Iraq ma saranno vicini, no? Almeno con Google Maps sembra così!). E ci fermiamo per non tornare su quanto detto dalla Corda sulla strage di Nassiriya e il kamikaze da commemorare.

Hanno un linguaggio ossessionato dalla defecazione sull’esempio del Capo che definisce schizzi di merda digitale chiunque osi criticarlo. Così un deputato, Tofano, chiama in aula “sciolta civica” il movimento centrista, credendosi spiritoso, senza avere nemmeno le doti comiche che il suo Megafono possiede in forza della precedente (o attuale?) vita professionale.

Infine tutto il mondo osserva il nostro Paese, pregando tutto tutte le figure religiose di tutte le religioni della Terra, che l’unico soggetto politico che cerca di tenere la barra dritta e di contenere la diga non mandi tutti a quel Paese e si vada a godere la meritata vecchiaia, dopo che lo hanno insultato e vilipeso per puro tornaconto elettorale (Grillo dixit). Persino Andrea Scanzi, noto estimatore di se stesso, ha dovuto ammettere che molti dei moniti del Presidente Napolitano sono bellissimi ma non è chiaro a chi si rivolga e si hanno molte certezze che ce l’abbia sempre con i pentastellati. Per fortuna, ieri sera, seduto allo stesso tavolo c’era Michele Serra che ha comunque dovuto ammettere che forse non è il mestiere più semplice del mondo, quello del Capo dello Stato, che se parla perché parla, se non parla perché non lo fa!

Questa è la situazione (caos? bordello?) politica del nostro Paese.

Ecco riepilogato tutto ciò, sappiate che c’è ancora chi all’estero compra BOT e BTP, finanziando così il nostro debito e farci godere ancora le nostre pensioni (chi ce l’ha), pagare con una miseria di stipendio gli insegnanti, curarci persino le unghia incarnite sempre a carico della collettività.

Ditemi voi se non siamo o meno un Paese fortunato.

 

 

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