Se la stampa abdica al proprio potere

 In MEDIA

Si può certo essere di destra e di sinistra: alla stampa non è richiesta un’appartenenza politica ma semplicemente credibilità.

Stavo riguardando la puntata di ieri di Otto e Mezzo con ospite il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Come potete ben capire, anche se non sono più un elettore siciliano, darei molto per poterlo tornare a essere e seguo sempre quando posso le vicende della mia regione.

Ho ascoltato con attenzione le accuse che Andrea Scanzi sosteneva nei confronti di Crocetta, con particolar riguardo alla vicenda della costruzione del MUOS. Il giornalista del Fatto – come noto – è  un grillino a tutto tondo, difende sempre e comunque il Movimento Cinque Stelle, minimizza le loro gaffe attribuendole alla scarsa esperienza, esalta battaglie che definisce epocali quando poi non sono niente di particolare. Si pensi alla vicenda della decadenza di Berlusconi: il giorno stesso della sentenza della Cassazione il segretario del PD Epifani dichiarò che la legge Severino sarebbe stata ovviamente applicata perché la legge è uguale per tutti (cosa puntualmente ricordata dal Cavaliere per accusare il PD di aver accoltellato l’alleato alle spalle). Eppure i grillini – spalleggiati dalla loro stampa amica con Scanzi e Travaglio in testa – si sono intestati la vittoria, come se ci fosse un particolare merito nel rispettare la legge.

Scanzi accusa il Presidente siciliano di aver cambiato idea sull’installazione del MUOS, avendone quindi autorizzato la messa in opera prima bloccata. Crocetta ribatte che l’Istituto Superiore di Sanità ha espresso un parere e che ne ha semplicemente tenuto conto, non avendo peraltro il potere di non ottemperare a un trattato internazionale.

Tralasciamo questa ultima parte che è ovvia: l’Autonomia Siciliana ha un confine naturale costituito da alcune materie di competenza esclusiva dello Stato e fra esse vi è certamente la Difesa (o la Guerra, come sostiene spesso l’On. Citt. Giulia Sarti con la quale ho polemizzato su Twitter da recente! Come noto, per i pentastellati, l’Italia è un paese in guerra, anche se non formalmente.).

Nel parere richiesto da Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio viene fuori che “l’installazione del MUOS non impatterebbe negativamente sulla salute della popolazione, ma rilevano contemporaneamente la necessità di un’attenta e costante sorveglianza sanitaria della popolazione delle aree interessate oltre che dell’attuazione di un monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico successivamente alla messa in funzione delle antenne MUOS, anche in considerazione della natura necessariamente teorica delle valutazioni effettuate su queste specifiche antenne“.

Per chi volesse approfondire la questione qui c’è il link.

Ora io comprendo che le popolazioni locali non vogliano il MUOS, capisco persino la polemica politica perché così facendo il Movimento di Grillo mette pressione al governo siciliano e magari spera di trovare la spallata giusta per andare alle urne nuovamente, ma possibile che i giornalisti italiani debbano essere così spudoratamente schierati? Se non basta nemmeno l’Istituto Superiore di Sanità, se mettiamo quindi in discussioni qualunque organismo, ente, autorità che sia terza, come possiamo pensare che si rispettino le leggi se concepiamo le norme come di parte o contro qualcuno?

Qualche tempo fa – nel consueto editoriale in prima pagina – Marco Travaglio ha parlato di una legge ammazza pentiti del 2001 a firma di Napolitano e Fassino. C’è un piccolo ma assai significativo particolare: mentre l’attuale sindaco di Torino era all’epoca Ministro della Giustizia del Governo Amato II, il Presidente della Repubblica non era né in Parlamento né al Governo. Era deputato europeo. Non solo. Quando nel Governo Prodi I entrambi fecero parte della squadra del professore emiliano, Napolitano era al Viminale e Fassino sottosegretario agli Esteri con delega alle politiche comunitarie. Quindi l’assunto è semplicemente falso. Il ministro dell’Interno del Governo Amato era Enzo Bianco, ora di nuovo sindaco a Catania.

Ora è vero che io ho una memoria da elefante ma queste informazioni basic si trovano con molta facilità su internet, senza scomodare l’Archivio Segreto Vaticano o quello di Giulio Andreotti! Eppure anche un campione del giornalismo d’inchiesta come Marco Travaglio, per assecondare la sua ossessione contro il Capo dello Stato e il bisogno suo e dei suoi lettori di vederlo in croce nella cosiddetta trattativa Stato-Mafia, concetti puntualmente poi ripresi domenica da Beppe Grillo, rinuncia al suo ruolo di giornalista e cede al qualunquismo e persino alla menzogna.

Anche Report, trasmissione di inchiesta di Rai Tre molto seguita e molto apprezzata, spesso cade in superficialità, con un taglio giornalistico che privilegia maggiormente la rabbia antisistema che un vero scoop giornalistico.

Il problema è che dal momento che cronisti come Scanzi, Travaglio, Gabanelli, sempre integerrimi con gli altri, vengano colti in fallo ci si domanda: ma hanno mentito soltanto questa volta oppure anche le altre volte, quando mi faceva comodo? Quando se la sono presa con Berlusconi e il centrodestra, quando non hanno fatto sconti a D’Alema, Veltroni, Bersani e Letta, quando appoggiano pubblicamente (non la Gabanelli) le idee di Grillo, Casaleggio e il Movimento Cinque Stelle?

Questi giornalisti, che spesso pontificano sulle classi dirigenti italiane, rammaricandosi per il fatto che queste ultime non hanno – ad esempio – la stessa etica pubblica delle classi dirigenti di stampo anglosassone; questi stessi giornalisti che sono sempre prodighi nell’elogiare quanto avviene nei parlamenti e nella politica oltre le alpi, additando – anche correttamente – tutto il degrado che c’è nei Palazzi a una sorta di mancanza di etica calvinista della cosa pubblica, per la presenza di una Chiesa Cattolica che con il concetto del perdono e dell’assoluzione ha consentito ai malfattori di farla franca, dovrebbero riflettere sul fatto che anche la stampa italiana è molto lontana da essere autorevole, intransigente e calvinista come quella anglosassone.

Anche se – a ben vedere – di questi tempi sta avvenendo forse il contrario, se guardiamo a Fox News. Ma voglio sperare che nell’americanata che è The Newsroom, il telefilm in onda su Rai Tre il venerdì sera che parla della vita di una redazione di un telegiornale, sia ancora vero quello che l’anchorman afferma: “Non è che sono liberal soltanto perché credo che il riscaldamento globale e non il matrimonio gay sia la causa dei cambiamenti climatici!“.

Si può certo essere di destra e di sinistra: alla stampa non è richiesta un’appartenenza politica ma semplicemente credibilità.

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