L’ultima chance: partecipare per non precipitare

 In POLITICA

La lettura del Fatto Quotidiano di oggi, i recenti avvicinamenti fra Berlusconi e Grillo e la mia amica ed ex compagna di classe Rosa con un pressing degno del miglior Rino Gattuso, mi hanno alla fine convinto a recarmi alla sede del PD che si trova a due isolati da casa mia.

Non so se voterò qualcuno o se invece parteciperò solamente, perché anche l’affluenza alle urne in queste primarie è un dato importante.

Deciderò alla fine fra Gianni Cuperlo e Pippo Civati, ricordando a me stesso innanzi tutto che queste sono le primarie per la scelta del segretario del Partito Democratico e non l’eventuale candidato alla Presidenza del Consiglio per elezioni politiche che ormai penso siano imminenti.

Per quelle – francamente – il miglior candidato alla vittoria rimane sempre Matteo Renzi perché – purtroppo – la sinistra in questo paese è minoritaria e maggioritaria non lo sarà mai, almeno fino a quando non si riuscirà a comprendere che il muro di Berlino è veramente caduto e nessuno sano di mente, fra coloro che si ispirano ai valori della sinistra e del socialismo, ha la benché minima voglia di rinverdire i (ne)fasti dell’Unione Sovietica.

Detto questo, la scelta fra Cuperlo e Civati non è semplice: il primo mi sembra il più maturo a fare il segretario del partito, ma è stato incredibilmente dipinto come l’uomo dell’apparato soltanto perché Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani lo appoggiano, come se invece il parterre de roi che appoggia il sindaco di Firenze fosse vergine alle dinamiche democratiche degli ultimi venti anni. La novità è Pippo Civati, che trovo affascinante per la sua posizione di sinistra ma che ancora trovo debole. E ha una posizione troppo critica nei confronti di Enrico Letta, che non mi sento di condividere.

Alla fine potrei anche decidere di partecipare senza scegliere, come credo farà anche il Professor Prodi: una partecipazione di testimonianza, un’ultima possibilità che si dà a un partito che è l’unico che ha saputo comunque creare un’architettura democratica e una trasparenza per i loro conti.

L’unico partito costituzionale, salvo quelli minori, visto che gli altri sono le appendici delle personalità squilibrate dei loro leader.

Dopo quanto è successo in settimana con la giornalista dell’Unità, dopo i progressivi avvicinamenti di Berlusconi con Grillo che stanno portando all’incredibile convergenza per l’impeachment di Napolitano, dopo lo stucchevole editoriale di stamattina di Marco Travaglio, il quale edulcora la lista di proscrizione di Beppe Grillo arrivando – di fatto – a sostenere che il blog si scriva da solo, pur di non attaccare l’amico (Andrea Scanzi invece sullo stesso giornale ha scritto un pezzo notevole), credo che partecipare a queste primarie sia quasi un obbligo.

Perché alla deriva autoritaria, fascista e disfattista di Berlusconi e Grillo si risponde soltanto in un modo: con una massiccia partecipazione democratica alla vita del Paese. Al fascismo si risponde con la democrazia.

Sento di doverlo a coloro che nel 1943 lottarono per liberarci dalla dittatura e che lasciarono le penne lungo questo nostro Stivale.

 

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