Chiuso per sfinimento

 In POLITICA

Cari amici e lettori di “Trentamila Piedi sopra lo Stivale“,

credo che dopo la lettura della replica di Beppe Grillo alla lettera aperta di Bobo Giachetti sia giunto il momento di prenderci una bella pausa dalla polemica e dall’analisi politica sul Movimento Cinque Stelle.

L’autore del commento che ha spaventato Giachetti, Nilo Piacenza, ha così commentato sul suo profilo Facebook:

Siccome sono appena stato contattato e citato sul sito di Beppe Grillo per un commento chiaramente provocatorio sulla lista dei proscritti, ci tengo a precisare che innanzitutto sono quanto di più lontano possa essere asismilabile al movimento 5 stelle. Il mio invito era una provocazione in stile Beppe Griilo, e voleva far luce sulla gravità del gesto fatto dal medesimo, che ha messo in pericolo (secondo me) i deputati da lui proscritti. Chiunque mi conosce sa bene quali sono le mie posizioni, e per chiarire l’equivoco sono pronto a dirlo anche a reti unificate. L’on. Giachetti che gode della mia massima stima, ha sbagliato l’esempio, e siccome sono abituato a prendermi le mie responsabilità, mi scuso per averlo portato a fraintendere, scrivendo con leggerezza una frase che meritava più meditazione, ma che era una reazione di rabbia alla gogna mediatica che Grillo e Casaleggio stanno mettendo in scena.Nilo Piacenza – Facebook

Ora a parte il fatto che di “chiaramente provocatorio” non c’era proprio nulla, proprio perché immerso nella solita latrina di schifezze che pullulano sul blog del leader pentastellato, il punto certo non è il singolo commento, come Grillo finge di non capire.

Prima i giornalisti alla gogna (a tal proposito suggerisco il commento odierno di Francesco Merlo su Repubblica, uno dei soggetti interessati dall’editto ligure), poi i Parlamentari a suo dire abusivi. E oggi – come se non bastasse – l’invito all’eversione alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, pur di appoggiare una fosca rivoluzione che emette anche strani odori di controlli poco leciti. Fra un po’ – pur di provare a sovvertire lo Stato democratico – Beppe Grillo proporrà una Triplice Allenza fra Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta.

Come qualche tempo fa, quando arrivò persino a offendere Stefano Rodotà, ho bisogno di una pausa da tutta questa melma.

Scrive Grillo in cima alla sua risposta: “Giachetti ha ragione Il commento dell’utente da lui citato è vergognoso ed è quanto di più lontano dallo stile e dal linguaggio degli attivisti del M5S“.

Eppure mi è ancora fresco e puzzolente l’epiteto che un senatore del Movimento Cinque Stelle (altro che attivista!), Sergio Puglia, ha scagliato addosso a noi cittadini che ci siamo recati alle urne domenica per eleggere il nostro segretario. Ci siamo sentiti dare “melma putrida” da uno che  – ai sensi della Costituzione che dovrebbe difendere con i fatti e non salendo sui tetti – rappresenta persino me che detesto profondamente questo Movimento.

Se coloro che hanno vinto la lotteria delle parlamentarie e sono diventati deputati e senatori parlano così figuriamoci gli attivisti, i simpatizzanti (provate a leggere i commenti alla gogna dei due giornalisti e proverete mal di pancia tremendi, salvo rare eccezioni di critica, gocce nel mare di fango).

Lo ripeto e lo ribadisco: il Movimento Cinque Stelle è seriamente pericoloso. Ne parlavo con un amico ieri sera via chat. Per certi versi, come le liste di proscrizione e i successivi commenti dimostrano, è persino più inquietante del fascismo di mussoliniana memoria. L’immediatezza della rete, i tweet e i post, le condivisioni di stato, la rabbia che monta senza misura: confesso che comincia a farmi paura. E ha ragione Giachetti: non sai cosa aspettarti se le regole della lotta politica vengono distrutte e si passa alle mani.

Ora non vorrei che qualche grillino di passaggio su queste pagine possa pensare che su questo blog, il tenutario della bancarella, i collaboratori sportivi ed esteri, i commentatori abituali e i passeggeri saltuari si possano mai far intimidire da un vecchio invasato in preda alla nevrosi di chi non riesce a ritirarsi a vita privata. Siamo e saremo schizzi di merda digitale, caro Beppe, ma sempre con la schiena dritta, come le regole del giornalismo partecipativo, quello che in inglese si chiama citizen journalism, ci impongono.

Ma per un po’ tiriamo il fiato e ci andiamo a fare la doccia: dopo la melma putrida che i loro senatori ci hanno lanciato, soltanto perché amiamo la democrazia, il rito del voto, la voglia di partecipare alle scelte democratiche di una comunità e del nostro partito, ecco che abbiamo bisogno di una sana rinfrescata virtuale, senza questa sensazione di sporco e di miseria che ci rimane addosso dopo che commentiamo i fatti di cronaca politica riconducibili al Movimento Cinque Stelle.

 

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