#Madiba: i funerali di #NelsonMandela solo per “adulti”

 In POLITICA

Mentre in Italia siamo impegnati nel dopofestival (copyright mia sorella!) delle primarie del PD stravinte da Matteo Renzi, dall’altro lato del mondo, ben oltre la mia terra africana, in una giornata di pioggia si sta festeggiando il passaggio di Nelson Mandela.

Le delegazioni continuano ad arrivare a Soweto, la folla continua a ballare sotto la pioggia, uomini di ogni tipo di fede e religione hanno pregato il loro Dio, più o meno uguale, più o meno diverso, con tutti i loro riti.

Se Beppe Grillo dovesse trovare il tempo – fra una minchiata e l’altra  – e si sintonizzasse su SKY NEWS, la TV britannica che sto ascoltando io, troverebbe le prove del complotto mondiale, l’inciucio planetario fra la destra e la sinistra, fra i vari palazzi in giro per il mondo, dalla Casa Bianca all’Eliseo!

Complotto! Complotto! Complotto!

La delegazione statunitense è presente con tutti, ripeto tutti, i presidenti americani in vita e soltanto le pessime condizioni di salute dell’anziano George Bush Sr. ha impedito la sua presenza in Sudafrica (c’è anche Jimmy Carter che comunque giovanotto non è). Seduti abbastanza vicino, sbarcati dallo stesso Air Force One che trasportava il Presidente Obama, osannato con un boato pazzesco dal pubblico sugli spalti dello stadio, Clinton, il duo Billary intendo, si è seduto e chiacchiera vicino al suo successore Bush junior e al suo rivale delle primarie, Barack che nel frattempo terrà anche uno spettacolare discorso sull’eguaglianza e la giustizia.

Qualche sedia più in là c’è David Cameron, primo ministro britannico, con i tutti i suoi immediati predecessori, John Major del suo stesso partito e il duo Tony Blair-Gordon Brown del Labour Party, la coppia D’Alema-Veltroni in salsa britannica, o se preferite i Renzi-Civati della Regina Elisabetta nel recente passato di Downing Street.

Isolati dagli altri, probabilmente perché non parlano benissimo l’inglese, Nicolas Sarkozy parla tranquillamente con il suo avversario e vincitore delle ultime presidenziali François Hollande.

La televisione di Murdoch non ha nemmeno inquadrato Enrico Letta, unico delegato della Repubblica Italiana, impegnata più a discutere se con Renzi finisce la sinistra o se Alfano abbia o meno il famoso quid piuttosto che partecipare alla festa per il commiato dal mondo terreno di un giusto, un grande uomo prodotto da questa folle umanità.

Ecco, quando finalmente anche nel nostro Paese si comincerà a comprendere che la continuità istituzionale, il rispetto degli avversari, le idee degli altri e la nostra storia costituiscono valori, allora forse quello sarà il tempo nel quale anche noi avremo le delegazioni di persone adulti, senza bisogno di lasciare a casa i bambini per i funerali.

 

p.s. Persino Chelsea è presente vicino al babbo e alla mamma. Casta stelle e strisce.

p.p.s. Suggerisco – se non si conosce bene l’inglese – di trovare una versione sottotitolata del discorso di Barack Hussein Obama perché un doppiatore o un traduttore non renderebbe giustizia all’avvocato di Chicago, temporaneamente inquilino della Casa Bianca. Il commentatore di SKYNEWS lo ha definito “storico”: francamente difficile dargli torto. Credo sia uno dei più straordinari discorsi che il Presidente americano abbia mai pronunciato da quando il mondo intero lo ha conosciuto.

E stavolta non c’erano elezioni, rielezioni, guerre, terroristi, retorica di opportunità: soltanto un uomo,un uomo di colore, che sa che la battaglia di colui che oggi sta celebrando è stata la pietra angolare anche per la sua carriera. 

p.p.s. Aggiungo qualche minuto dopo la pubblicazione del post la foto che sta girando in rete della stretta di mano fra il Presidente USA e Raúl Castro. Ogni commento sul significato simbolico di questo saluto mi sembra superfluo

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