#CataniaForever #vacationforever

 In LIFE

Non appena il grosso bestione dei cieli ha danzato l’ultima rabona, a un centinaio di piedi dalla pista dell’aeroporto di Fiumicino, e finalmente ha toccato terra un sospiro di sollievo si è levato dai nostri volti, passeggeri poco divertiti – a differenza dei piccoli viaggiatori – per quella giostra dei cieli nella quale eravamo sospesi.

Era cominciata con una bellissima mattinata di sole il nostro viaggio, il  rientro in Sicilia per trascorrere le vacanze natalizie.

A Catania invece il clima era veramente orrendo, l’Etna la potevamo soltanto immaginare e la casa – nonostante il buon nonno avesse acceso il riscaldamento “a palla” l’abbiamo trovata gelida. Non ci siamo persi di certo di coraggio e abbiamo prima disfatto le valigie e poi cominciato ad abbellire la nostra casa!

Prima è stato il turno del nostro presepe mendocino: lo comprammo in un negozio di Mendoza, Argentina, sul finire della terza settimana della nostra luna di miele. È bellissimo, ne siamo ovviamente molto legati per il ricordo di quel viaggio e della nostra terra d’adozione al di là dell’equatore. Arrivammo a Mendoza per miracolo, con la frizione della Fiat Siena (una berlina in vendita dalla casa di Torino soltanto in Sudamerica) che arrivati al parcheggio dell’hotel decise di lasciarci! Probabilmente le sollecitazioni per arrivare ai 3000 metri del passo andino che attraversammo, dal Cile all’Argentina, furono decisive, così come la mia mania di considerare ogni veicolo a quattro ruote una Ferrari.

Ma non è Natale nella nostra famiglia se non costruiamo pezzo per pezzo un presepio. Mi è sempre piaciuto fare il presepe e adesso con Elisa è ancora più bello. Abbiamo un presepe molto antico tra gli oggetti dei nonni e prima o poi lo tireremo fuori dagli scatoloni e lo rimetteremo a tenerci compagnia nel periodo natalizio. La capanna di questo che vedete in foto la comprai nel piccolo villaggio dove ho vissuto maggiormente a Roma, il quartiere Espero. Quando nel 1999 andai ad abitare con mia sorella, in un piccolissimo appartamento, durante il primo Natale lì vissuto acquistai un alberello (molto mini, un bonsai praticamente!) e la grotta. Null’altro! Niente altro sarebbe potuto entrare in quella microscopica casa!

Quando poi le vite mia e di mia sorella si separarono, seguendo i nostri rispettivi compagni di vita, cominciai ad acquistare pastorelli, pecorelle e i Re Magi. Poi nacque Elisa, nel dicembre del 2008: purtroppo quel Natale non fummo in grado di tornare in Sicilia e quindi costruimmo un presepe su alcuni gradini accanto a un albero, stavolta più grande e che adesso è tornato a Roma.

In Sicilia, nel frattempo, il presepe si sta allargando: ogni anno compriamo qualcosa e questa volta Elisa ha voluto costruire un sentiero con i ciottoli conservati dalla stagione estiva! Così ogni mattina, pazientemente, si recava al presepio per spostare i Magi (talvolta un po’ troppo velocemente, considerando che l’Epifania era ancora lontana!).

Finalmente il giorno di Natale anche la nostra Montagna si è fatta viva: una giornata di sole incredibile, meravigliosa, con 17°C e un tepore che solo i raggi del sole del sud riescono a trasmettere.

Ma la mia terra aveva ancora in serbo molte sorprese: dopo avermi fatto “rosicare” da lontano alla vista delle spettacolari immagini che il vulcano stava regalando, una mattina aprendo la tapparella della cucina mi trovo davanti a questa vista:

È il preludio a una serata indimenticabile, trascorsa sul balcone al freddo della Tramontana, ammirando lo spettacolo pirotecnico che l’Etna stava regalando a chiunque avesse la fortuna di vivere nel Catanese. Il primo giorno di questo nuovo anno ci siamo recati a San Giovanni Li Cuti, pittoresco borgo marinaro a due passi dal centro della città: è uno dei posti che più amo di Catania e cominciare l’anno con una gradevole temperatura e con i colori che vedete riportati in questa foto mi ha dato un senso di grande benessere interiore.

Molti pensano che Sicilia sia soltanto mare: beh, non è proprio così!

Abbiamo accontentato la nostra piccoletta che voleva fare un pupazzo di neve e siamo andati fin su al Rifugio Sapienza. Ho trovato dei servizi impeccabili: nonostante la forte nevicata del 31 dicembre e del 1° gennaio, i mezzi spazzaneve avevano consegnato a noi automobilisti una sede stradale eccezionale. Se penso che nel 2005 portai l’allora mia fidanzata con una macchinetta mezza scassata di mio padre, senza catene, con strade ghiacciate e soprattutto con pochi freni …

Mia figlia è stata accontentata, il pupazzo di neve l’abbiamo fatto, io ho scattato qualche foto, come questa che vedete qui con l’altarino alla Madonna delle Nevi, più volte distrutto e più volte ricostruito!

Infine il turno della città.

Ho trovato il centro storico di Catania splendido, di una bellezza che ormai sembrava perduta: una città che vuole rinascere, che vuole una nuova primavera.

Non so se il sindaco Bianco, che ho incontrato ieri a San Giovanni Li Cuti e che è stato molto cortese con me, ricordandosi persino di un nostro viaggio insieme in aereo diciotto mesi fa, abbia potuto già fare molto: so solo che la mia Catania, quella che ti rapisce con i palazzi barocchi di Via Etnea e di Via Crociferi, quella che ti lascia senza fiato davanti a quella Piazza Duomo così meravigliosamente tenuta bene, ci sta riprovando a uscire dalle secche della crisi morale nella quale era precipitata. Come più volte si è detto su queste pagine, dalle crisi economiche bene o male si esce, da quelle morali è molto più complicato e a volte impossibile.

Catania ci riprova: nonostante la terribile moda di pensare di far fessi gli altri, che noi meridionali evidentemente abbiamo come tratto genetico, ho riscoperto la mia città e ho compreso – semmai ce ne fosse ancora bisogno – che qualunque altro luogo, qualunque altra città uno possa vivere, sia Roma dove sono ora, Londra dove pensavo di trasferirmi, San Francisco dove mi piacerebbe fare qualche esperienza, Buenos Aires dove a volte penso di ritirarmi, nessuna potrà mai reggere il confronto.

Non perché a Catania non ci siano problemi: ma semplicemente perché fra la mia città e tutte le altre passa la differenze che c’è fra l’Amore e l’Affetto. Voglio bene a Roma, a Londra, a Buenos Aires, a New York: ciascuna per una ragione particolare.

Ma Catania è Catania: è come un diamante.

Per sempre.

(le foto su questo post sono tratte dal mio profilo Instagram. La foto in cima al post è stata scattata la notte fra il 29 e il 30 dicembre. Tutti i diritti sono riservati ma presto le potrete vedere sul mio sito internet).

p.s. per i puristi: lo so che l’Etna è un vulcano e quindi non si dovrebbero declinare al femminile aggettivi e pronomi. Ma per noi siciliani non è così. Anche il mio vecchio professore di lettere al liceo ci “autorizzava” …

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