Da Hagel e Panetta a Renzi e Letta

 In POLITICA

Se c’è una cosa che non sopporto del linguaggio della Prima Repubblica è l’aver svilito alcune prassi assolutamente normali nella Politica, almeno in tutti i Paesi democratici, e ridicolizzarli con espressioni becere al fine di renderle indigeste all’opinione pubblica.

Una di queste è la parola rimpasto. In qualunque paese del mondo, quando cambiano gli equilibri generali a seguito di elezioni, siano esse di medio termine, locali o persino congressuali di un partito, non si parla di rimpasto, come se fosse qualche pozione di stregoneria.

Si parla di ricambio, avvicendamento, sostituzione.

Soltanto in Italia, unico paese occidentale ad aver vissuto il blocco del governo del Paese con i congressi della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista che stabilivano le equilibri interni alla maggioranza, si è derubricato qualcosa di assolutamente normale – per venire incontro alle mutate volontà popolari – come se fosse sterco del demonio.

Non si tratta come ha detto Renzi alla Gruber di negoziare poltrone ma di assumere responsabilità.

La nuova segreteria democratica non ha soltanto il diritto di pretendere che la propria agenda sia all’ordine del giorno del Governo, ma ha anche il dovere di assumersene le responsabilità di Governo della Cosa Pubblica. Se il Ministro Saccomanni si ritiene inadeguato a realizzare (potere esecutivo) i piani pensati dalla nuova dirigenza democratica (che suppongo diventeranno dei disegni di legge e quindi delle leggi attraverso l’esercizio del potere legislativo parlamentare) sarebbe il caso di proporre qualcuno, dal nuovo responsabile Taddei al deputato Yoram Gutgeld, il consigliere economico di Matteo Renzi durante le primarie.

Quello che vorremmo – nel nostro Paese – è che sia applicato il principio di responsabilità quando si ottengono i voti: la maggioranza schiacciante degli elettori di sinistra ha chiesto un rinnovamento della propria classe dirigente e quindi delle ricette economiche perseguite finora dal partito.

Accettare incarichi di governo non è mercanteggiare poltrone ma assunzione delle proprie responsabilità per far sì che l’Amministrazione Pubblica cambi in linea con il programma per il quale si è ottenuto il mandato popolare.

Non si può essere contemporaneamente di lotta e di governo.

Si rischia di inciampare.

 

p.s. Vi sarete chiesti – a questo punto – il perché del titolo di questo post: Chuck Hagel è l’attuale segretario alla difesa americano. Ha sostituito Panetta dopo le elezioni del novembre 2012. È stato un repubblicano attivo per molto tempo. Leon Panetta invece è uno dei personaggi di punta del Partito Democratico, capo di gabinetto di Clinton. A sua volta ha sostituito Robert Gates che era già segretario alla Difesa con George W. Bush, avendo sostituito il falco repubblicano Donald Rumsfeld. Non si ricordano editoriali, commenti, articoli sui più autorevoli quotidiani americani che parlassero di “inciucio”, di “rimpasto” e di poltrone. Semplicemente pragmatismo e assunzione di responsabilità nel rispetto della volontà popolare.

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