Che sia un buon passaggio

 In RELIGIONE

Per una di quelle coincidenze lunari che capitano ogni tanto, questa settimana è Santa per i cristiani e per gli ebrei. Questi ultimi hanno cominciato al tramonto del 14 aprile la loro settimana di Pesach, di passaggio, che ricorda l’esodo biblico dall’Egitto alla Terra Promessa, guidati dal loro profeta Mosè.

Per i primi invece, è la Pasqua di Resurrezione, l’evento clou della fede cristiana. Quest’anno i calendari giuliano e gregoriano, che regolano le liturgie occidentali e orientali, fanno coincidere la più importante domenica cristiana, così da Roma a Bisanzio i rintocchi delle campane si uniranno nel celebrare la vita sulla morte, il passaggio dal dolore terreno alla felicità celeste.

Comunque la si pensi, persino se non si ha fede nelle religioni monoteiste o in qualunque dio, una festa che celebri un passaggio mi sembra istruttiva per chiunque. Serve a fermarci un attimo, riflettere sul significato dei cambiamenti, dell’evoluzione che ciascuno di noi vive: ci ricorda che il tempo scorre, va avanti, e che questo passaggio che ogni anno celebriamo è un passettino di un grande viaggio che chiamiamo vita.

Che questa si concluda su questa terra, come chi non crede sostiene, o che invece avrà l’appendice eterna che le grandi religioni propongono, la festa del Passaggio è un’occasione per riflettere su se stessi e capire verso quale direzione intendiamo compiere  il nostro prossimo passo.

Auguro ai lettori di questo blog, ai follower sui social network e a tutti coloro che incidentalmente sono passati da queste pagine, di trascorrere serene e tranquille festività: che il passaggio che ciascuno di noi vive sia foriero di luce per illuminare il buio che talvolta sembra avvolgerci.

Buon Passaggio a tutti!

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