Pena Capitale

 In LIFE
Stamattina, a Piazza Talenti, sotto una pioggia insistente ma non sicuramente devastante, l’area di incrocio dove via Ojetti attraversa via Romagnoli era un lunghissimo tappeto di automobili, fermo e immobile, per via del maggior numero di vetture che si trovavano in strada a causa della pioggia (non maltempo, perché quello di stamattina non possiamo certo dire che lo fosse, come conferma l’azzurro meraviglioso che è uscito pochi minuti fa).
Intrappolato dalle auto con la moto ho scavalcato un marciapiede (mea culpa!) e mi sono immesso su Viale Jonio, il tutto davanti a una pattuglia dei vigili urbani che avrebbe dovuto disciplinare proprio l’area di incrocio (quella che ai sensi del codice stradale non si dovrebbe mai occupare!). I due poliziotti capitolini erano invece in macchina, al riparo da quelle quattro gocce che cadevano, come se non avessero scelto loro quel mestiere, sin dalla prima volta che si sono presentati al concorso pubblico per l’assunzione.

Troppo comodo prendersela sempre con gli amministratori: crocifiggiamo pure Ignazio Marino, come recentemente stanno facendo i suoi due maggiori oppositori in Campidoglio, Alemanno e Marchini. Eppure basterebbe fare un piccolo sforzo di memoria per ricordarsi che non è che dieci anni o quindici anni fa (oltre non copro, per fortuna!) fosse molto diversa l’abitudine dei romani di bloccare il traffico alla prima acqua! Né quella dei vigili di starsene rintanati nella loro vettura in attesa che il traffico defluisca da solo e la pioggia smetta di battere.
Possiamo pure continuare a inveire “piove, governo ladro!“, possiamo persino pensare di andare a elezioni anticipate in primavera per incoronare un altro Re di Roma, Alfio Marchini, che poi inevitabilmente si scontrerà anche lui con gli stessi identici problemi che affliggono la capitale e dei quali la sua famiglia – “calce e martello” – dubito che non abbia qualche responsabilità, insieme a tutte le famiglie palazzinare di Roma.
Possiamo continuare a pensare che la responsabilità sia soltanto della politica che in venti-trenta anni ha lasciato crescere a dismisura una periferia, lasciando di fatto inalterato il trasporto metropolitano con due sole linee della metropolitana, quando nelle principali città europee con le quali dovremmo competere, di linee se ne contano a bizzeffe!

Però se prima di tutto non ci facciamo tutti noi un bel l’esame di coscienza e non cominciamo a modificare i nostri comportamenti ab origine, a cominciare dalla disciplina stradale per finire al dovere dei vigili, nessuna amministrazione, di qualunque colore politico essa sia, potrà mai fare nulla per rendere la città di Roma vivibile, anche per quei suoi abitanti meno fortunati che non vivono fra Piazza di Spagna e Piazza del Popolo e che fatalmente sono molti di più e molto meno ricchi!

Ogni volta che qualcuno mi dice che sono fortunato perché abito in questa città, interrogandosi, e interrogandomi, sul perché della mia ritrosia a rimanere in pianta stabile qui e sulla volontà prima o poi di andarmene, la risposta dovrebbero cercarla proprio guardandosi attorno, quando arrivano in città.
Facciano lo sforzo che feci io stesso a Londra, nel 2009, di salire su una overground (la metropolitana londinese di superficie) e dirigermi oltre Canary Wharf, per capire dove stessi pensando di vivere e come fosse fatta la città fuori dalle zone 1 e 2 che spesso siamo soliti visitare da turisti.
Guardino cosa significhi per un abitante di Wimbledon, Hampstead, Greenwich, Croydon, Richmond, e sto mischiando le zone periferiche di Londra volutamente, vivere comunque a pochi passi da una metro, senza il bisogno cogente di dover prendere un mezzo proprio per spostarsi in città. Certo anche a Londra c’è molto traffico privato (basta guardare Google Maps per rendersene conto) e infatti il comune pose la famosa tassa di circolazione all’interno del centro. Ma non oso immaginare cosa sarebbe stata Londra con le sole linea A e linea B della metropolitana capitolina, così come non riesco a pensare a cosa accadrebbe nella capitale inglese se una qualunque vettura osasse intralciare l’area di incrocio, come sistematicamente facciamo noi, sia che si tratti di uno regolamentato da semaforo, sia che uno sbocco laterale. Ma forse non lo immagino perché Londra non sarebbe stata Londra se non avessero investito così tanto nel trasporto pubblico.
Non credo si tratti soltanto di infrastruttura, né di classe politica e dirigente migliore.
Si tratta di noi cittadini che con non pretendiamo il massimo ottenibile e ci accontentiamo di una mediocrità in cambio di un’effimera libertà di fare un po’ come cavolo ci pare, pagando peraltro profumatamente il prezzo di un tempo speso inutilmente a cavallo di due ruote o dentro un abitacolo infernale e aggravando ulteriormente la condizione di vivibilità con i nostri comportamenti. E questo è – purtroppo – soltanto uno dei tanti aspetti che rendono la città invivibile per la stragrande maggioranza della popolazione. E non basta mica una passeggiata domenicale a Villa Borghese per renderla migliore.

 

p.s. È di stamattina la notizia degli arresti di una marea di persone a Roma per associazione a delinquere di stampo mafioso e di un cospicuo numero di indagati fra i quali l’ex sindaco Gianni Alemanno. Poi il problema erano le multe di Marino e la panda rossa.

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