Un padre lo sa

 In LIFE
Avviso ai lettori: questo non è un post politicamente corretto. E adesso vi spiego perché. Qualche giorno fa, a scuola di mia figlia Elisa, è stato distribuito un volantino informativo sugli ossiuri, i vermi intestinali che talvolta si trovano nell’ano dei nostri bambini. Il volantino iniziava così: “Quando si ha un figlio, soprattutto a partire dal momento in cui il bambino entra in comunità iniziando a frequentare il nido o la scuola dell’infanzia, si ha la fortuna di entrare in contatto con una serie di virus, batteri e deliziosi parassiti di cui si ignorava pressoché l’esistenza. Sono i primi dolori della maternità, ma non dovete preoccuparvi: siete in buona compagnia, e troverete molte altre mamme con cui condividere questi problemi“.

Poi basta che fai un salto su whatsapp, dove credo qualunque classe scolastica abbia un gruppo per lo scambio veloce di informazioni, e non c’è post che non inizi con “Buongiorno (o buonasera) mamme!“. E questi sono soltanto due esempi: basta aprire la TV (persino Myrta Merlino ha fatto una trasmissione – o uno spot per il suo libro! – “Madri” che non poteva cominciare con una tradizionalissima intervista – si fa per dire! – a Silvio Berlusconi) per rendersi conto di come la nostra società sia farcita di stereotipi sulla famiglia che vengono alimentate dagli stessi soggetti che dovrebbero far di tutto per sgretolarli!

Ecco, cara scuola e care mamme, anche basta!

Siamo nel 2016 e se pensate che noi padri non ci occupiamo dei nostri figli, che non possiamo svolgere funzioni educative nei confronti dei nostri pargoli che non siano iniziarli al palleggio del pallone, beh vi sbagliate di brutto!

E vi dirò di più.

Vi meritate un parlamento che dibatte da un mese su un timidissimo disegno di legge sulle unioni civili nel modo surreale che è sotto gli occhi di tutti, come se la famiglia “naturale” fosse veramente quella che diciamo che sia (vi invito a tal proposito a rivedere la trasmissione “Di Martedì” di ieri, con l’intervista a Corrado Augias e Amalia Signorelli).

Vi meritate il Family Day e quella rozza piazza colma di bestemmiatori di Dio mascherati da credenti.

Vi meritate Gandolfini e Adinolfi e il loro ridicolo inno al sesso “non come piacere sessuale ma come strumento procreativo”, che nemmeno nel Nome della Rosa di Eco si sarebbe letta una cosa simile (a proposito Gandolfini e Adinolfi, ma voi il Cantico dei Cantici l’avete mai letto seriamente?).

Vi meritate il fanatismo di questi giorni a Roma con l’esposizione delle salme dei santi Pio e Leopoldo.

Vi meritate il paese rincoglionito da trenta anni di televisione spazzatura, dalle tette abbondanti di Lory Del Santo di Drive In e dal “cin-cin” di Colpo Grosso con Umberto Smaila (che sembrava avessero aperto il varco alla fine dell’Italia bacchettona che era arrivata a coprire l’ombelico della Carrà e prima ancora le cosce delle ballerine per non turbare Pio XII!) all’incredibile bigottismo per una trasmissione di informazione su e per gli adolescenti, quelli italiani, che rimangono i meno consapevoli di sesso e sessualità di tutta l’Europa, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, fra gravidanze indesiderate, malattie veneree evitabili e violenze fisiche e psicologiche sui coetanei che un carcere di una nota serie TV americana appare al confronto come un convento di suore.

Se ancora nel 2016 si ritiene ci siano “compiti” divisi e diversi a seconda del genere del genitore significa semplicemente che questo non è un paese adatto né al progresso sociale né alla civiltà: tanto vale uscire non solo dall’Unione Europea (così i molti stolti farebbero salti di gioia) ma magari anche dal consesso delle nazioni evolute in generale.

Chiudiamo tutto, buttiamo la chiave e non ne parliamo più!

Perché dovete sapere alcune cose.

Anche noi padri abbiamo i nostri “dolori di paternità” quando i “deliziosi parassiti” cominciano a fare visita sul capo e nell’ano dei nostri pargoli.

Anche noi padri soffriamo quando i nostri figli si coricano con 39°C di febbre e non ci sono antipiretici che riescano a farla scendere.

Anche noi padri leggiamo quaderni e libri dei nostri figli per “star loro dietro” con i compiti e le ricerche.

Anche noi padri prepariamo i pasti ai nostri pupi (anche uno come me – schiappa in cucina – un piatto di pasta e una fettina di carne li sa cucinare!).

Anche noi padri vogliamo essere genitori e non soltanto portatori di spermatozoi allo stesso identico modo in cui non si è madri né per l’ovulo né per l’utero.

Infine non sono soltanto le mamme che “conoscono cosa hanno i loro figli”, che sanno come sia difficile conciliare lavoro e famiglia, che soffrono per come sia complicato barcamenarsi in una società che sembra organizzata per scoraggiare le famiglie a fare figli. Non sono soltanto le mamme che conoscono quanto sia complicato mandare avanti il rapporto di coppia, la vita della famiglia e le relazioni con i figli.

Anche un padre – tutto questo – lo sa.

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