No social week
Mi sono chiesto quindi come sarebbe la mia vita senza quel rito quotidiano dell’apertura delle App sociali che ormai da oltre sei anni mi accompagna insieme al latte e al caffè. Quanta dipendenza ormai possiedo da questa droga telematica che ormai assumo dal lontano 2008? Quanta informazione consumo su Facebook o su Twitter e quanta attraverso i canali più tradizionali, giornali, riviste, blog e siti internet? Posso fare a meno dell’aggregatore di notizie che è ormai diventata la mia timeline come a suo tempo lo era Google Reader per i blog (a suo tempo si fa per dire, visto che è stato chiuso da Mountain View nemmeno tre anni fa!)?
E questo naturalmente attiene alla mia sfera – diciamo – “pubblica”, quella che serve anche ad alimentare articoli e riflessioni di questo blog che ovviamente “sta” (e continuerà a starci!) su Facebook e sugli altri social principali, li sfrutta come canali di “vendita”, li adopera per produrre contenuti.
Ma c’è anche un altro aspetto, più privato, che mi interessa sperimentare e che potrebbe avere risvolti imprevisti, quale a esempio la mia cancellazione da Facebook come profilo privato e il mantenimento della sola pagina del blog. E questo aspetto si condensa in una domanda semplice semplice: come può essere la mia vita senza per forza farmi i fatti degli altri?
Non nego di certo che la presenza di Facebook e Twitter su internet abbia avuto molti aspetti positivi, a cominciare dall’aver potuto ritrovare persone perdute nel tempo o incontrare (a volte non solo virtualmente) nuovi amici con i quali si è dibattuto a colpi di cinguettii. E anche essersi divertiti durante le elezioni, i mondiali di calcio, il festival di Sanremo.
Ma fondamentalmente – al di là delle impostazioni della privacy che molti faticano a ben adoperare (soprattutto gli anziani: che Dio li aiuti!) – su Facebook e Twitter noi spesso ci facciamo – consapevoli o meno che siamo – i fatti degli altri. Quando questi social arrivarono le loro caratteristiche erano molto basilari, poi a poco a poco si sono evoluti tantissimo. Una delle novità più dirompenti a mio avviso fu la notifica: se ti interessa una persona sai in tempo reale cosa ha postato, senza nemmeno fare lo sforzo di porti la domanda «Vediamo cos’ha postato Tizia?», o «Vediamo se ci sono novità da Caio?» oppure «Vediamo che dice Sempronio?».
Quindi che mi chiedo: quanto sono dipendente dalle informazioni che mi provengono dalla mia rete di “amicizie” sociali, dai parenti fisicamente lontani agli amici prossimi di scrivania? Quanto realmente i post su Facebook hanno sostituito le telefonate, le mail, gli sms che prima ci scambiavamo anche solo per sapere come si stava? Quanto si può fare a meno di vedere con i propri occhi, seppur mediati dal mezzo, qualcuno che nella realtà non lo si guarda più da tanto tempo?
Ecco allora cosa farò.
A partire da sabato 19 marzo, festa del papà, uscirò dalle pagine dei miei profili, cancellerò (temporaneamente?) le App dall’iPhone e dall’iPad, userò soltanto mezzi tradizionali (giornali, siti, blog, mail) per informarmi senza l’ausilio degli aggregatori sociali. Per comunicare adopererò nuovamente i canali tradizionali come chiamata, videochiamata, sms, chat: insomma voglio essere io il soggetto attivo e non quello che passivamente subisce le modalità comunicative imposte dai social e dalle politiche di aggregazione da loro inventate. Proverò questo esperimento per almeno tutta la settimana santa e forse esso si protrarrà anche per qualche giorno dopo Pasqua.
Non so francamente cosa aspettarmi: ho letto tante volte dei problemi di dipendenza da internet, dal porno al gaming, e non so se la social addiction si possa realmente configurare come tale. Voglio provare più che altro a capire quanto questa social life abbia sottratto alla real life o se piuttosto l’abbia integrata, ampliata o arricchita.
Vedremo se una disintossicazione è possibile, se la dipendenza è quanto meno controllabile o se invece l’impulso, di vedere con i propri occhi come s’è ridotta quella persona che tanto ci piaceva tanti anni prima, è proprio troppo forte per resistervi!