Mentre …

 In POLITICA

Mentre noi, al caldo dei nostri uffici e al tepore delle nostre abitazioni, commentiamo il divertente balletto del gruppo europarlamentare di Grillo;

mentre ci commuoviamo per il romantico saluto a Michelle Obama da parte del marito;

mentre ci preoccupiamo giustamente per il futuro inquilino della Casa Bianca e per la sua spavalderia;

mentre l’Unione Europea si prepara al suo anno elettorale, dove tutte le pulsioni nazionaliste daranno luogo al pessimo show che sicuramente ci attenderà;

mentre assistiamo attoniti alla solita e indegna gazzarra dei commenti all’intervento chirurgico del Presidente Gentiloni (a proposito, auguri di pronta guarigione);

mentre commentiamo la sentenza di inammissibilità del referendum CGIL sull’articolo 18 (come sempre senza aver la benché minima idea di come funziona la giurisprudenza costituzionale, preferendo buttarla in caciara e in politica, e lo dice uno che estenderebbe l’articolo 18 a tutti, visto che riguarda i licenziamenti illegittimi);

mentre la stampa più indegna di questo nome discute sulla tempesta artica in Italia per attaccare un altro po’ i migranti (i titoli della scorsa settimana di Libero e Giornale confermano ulteriormente il bisogno di abolire l’inutile Ordine dei Giornalisti);

mentre i telegiornali si concentrano sulle fontane ghiacciate;

mentre la carta stampata riserva fiumi di inchiostro al Ciberspionaggio (lo scrivo in italiano, senza y, visto che Atlas Ufo Robot mangiava “libri di cibernetica” mica cybernetics!) senza peraltro sapere ancora se veramente siano stati trafugati documenti;

mentre l’opinione pubblica si indigna correttamente per le banche, per il Monte dei Paschi, per Almaviva prima e per Alitalia ora, e per le mille tangentopoli che sbucano fuori in ogni dove;

mentre discutiamo sul figlio di Enrico Mentana che si fotografa con Maria Elena Boschi anziché dibattere sulle questioni della disoccupazione giovanile segnalate dal direttore del telegiornale più bello che ci sia;

mentre facciamo tutto questo, in questo inizio 2017, al di là dell’Adriatico, dove poco più di 100 anni fa scoppiava la Prima Guerra Mondiale, avviene una strage continua di migranti, in fuga dal Medio Oriente e dalle zone più martoriate del pianeta, caduti sotto l’ondata di gelo che ha sepolto i Balcani con punte di -30°C. Erano – come i loro predecessori più fortunati giunti nei mesi più caldi – tutti alla ricerca di fortuna in quella parte del mondo, l’Europa, che loro sognano ancora come Terra Promessa e che per noi a poco a poco sta perdendo di qualunque fascino, seppellita dall’ignavia dei suoi governanti e dall’egoismo dei suoi abitanti.

Un continente che sembra aver smarrito la memoria del proprio passato, dei propri errori, delle tragedie che si sono consumate nel ventre di quella che molti continuano a considerare la culla della civiltà cristiana e che più passa il tempo e del messaggio cristiano non si vede proprio più nulla.

 

p.s. grazie alla scrittrice e giornalista freelance francese Flore Murard-Yovanovitch per questo pezzo su L’Huffington Post, e agli straordinari MSF per articoli e notizie che ci mandano dai Balcani.

p.p.s. la foto in cima al post, che fa venire i brividi per come riporta alla mente i campi nazisti, è di Medici Senza Frontiere: colgo l’occasione per chiarire agli eventuali nazionalisti di casa nostra che questo non è un post sponsorizzato dall’ONG.

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