Fra libri e cloro: racconto di un weekend ad alta adrenalina

 In LIFE, SPORT
N on so se capiti anche a voi ma a me lo scarico d’adrenalina dura un sacco: chi ha seguito gli ultimi passi del mio libro “La notte di San Lorenzo” ricorderà che da venerdì 17 a domenica 19 febbraio, il mio romanzo ha fatto la sua prima apparizione pubblica alla fiera Firenze Libro Aperto, presso lo stand degli autori youcaniani, altri scrittori come me che si sono autopubblicati attraverso youcanprint.

Sono stato in fiera complessivamente per un giorno e mezzo ed è stata un’esperienza eccezionale. Umanamente fantastica e professionalmente assai importante. Fra il primo e il terzo giorno di fiera, per non farmi mancare nulla, ho anche partecipato ai Campionati Regionali di Nuoto Master. Insomma tre giorni ad altissimo stress (l’ipertensione ringrazia!) e con un’adrenalina che per smaltirla sto ancora dormendo (letteralmente, persino sugli autobus romani che tanto ci mettono un sacco …)!

La fiera fiorentina del libro è stata un tassello straordinario del mio percorso artistico-letterario: ho conosciuto molte persone fantastiche e con alcune si è legato proprio a pelle, come se ci si conoscesse da tempo. Ci siamo confrontati sul nostro “bisogno” di scrivere, di raccontare storie, di tessere trame. Abbiamo provato a vendere i nostri libri, ma soprattutto abbiamo cercato – e credo ci siamo riusciti – di trasmettere ai visitatori del nostro stand l’entusiasmo per il lavoro che portiamo avanti e per la passione che cerchiamo di non sopire affinché escano buoni prodotti editoriali.

Ci sono stati ovviamente momenti di stress, di stanchezza, di “chi me l’ha fatto fare a venire a Firenze in una domenica primaverile”, ma nel complesso l’esperienza della prima fiera di libri è stata assolutamente indimenticabile e professionalmente istruttiva poiché abbiamo potuto vivere da vicino il mercato dell’editoria, cosa assai complicata restando confinati nel mondo della rete. Per quanto internet e i social network consentano interrelazioni, il contatto umano è ancora il miglior modo di conoscere altri esseri viventi!

E poi c’è stata l’altra droga della mia vita: il cloro. Ero molto preparato per questa manifestazione e adoro particolarmente la gara regina, i 100 stile libero, che per un nuotatore di scarsissimo livello come me rappresentano una specie di muro mentale e psicologico da superare, cercando di impostare quel poco più di un minuto di gara nel modo migliore possibile. Ero stanco, distrutto: rientrato a Roma a mezzanotte, non sono riuscito a prendere sonno prima delle due, per quanta adrenalina dalla fiera avevo addosso. Poi la mattina del sabato (sembra un discorso evangelico, vero? ;-)) a poco a poco ho cominciato a realizzare che dovevo stare tranquillo e nuotare come sapevo.

La spalla destra, infortunata da luglio per una caduta in bici, sembra non faccia troppo male e quindi chissà non venga fuori un buon tempo. Ci chiamano, in batteria sono in corsia 5: bella, mi piace. Quella di Londra. Controlli gli avversari dal centro, puoi cercare i riferimenti come meglio credi. Parte la batteria prima della mia e la concentrazione è totale. Mi sento in palla, sto bene. Mi aggiusto gli occhialini e … boom! Si rompono!

Due mesi di allenamenti intensi per questa gara e gli occhialini si frantumano a nemmeno venti secondi dal via! Vado in tilt e nemmeno mi rendo conto che avrei potuto rallentare giusto un attimo la procedura di partenza e farmene prestare un paio dagli atleti che già avevano gareggiato. Mi tuffo e nuoto in mezzo al cloro che fa bruciare terribilmente gli occhi. Tre virate al buio e schiacciate sul muretto senza capirci nulla, col rischio della squalifica dietro l’angolo, e termino con un tempo che nemmeno è tanto male per me, visto che non vedevo assolutamente nulla! Esco dalla vasca incazzato di brutto e per tutta la serata il broncio assomiglia alla proboscide dell’elefante sulla piazza principale di Catania.

Non c’è più tempo di recriminare: la mattina dopo si riparte per Firenze per l’ultima giornata di fiera. Tantissima gente invade la Fortezza di Basso, una marea di bambini (bravi ai genitori che li portano a questi eventi!), ospiti illustri, un vero e proprio tripudio per i libri, anche se si vede che la gente non ha tante borse in mano: la crisi morde in Italia e i libri purtroppo ne fanno le spese. Sto con gli amici scrittori fino alle quattro quando finalmente ritorno a casa, non prima di aver ammirato il Duomo di Firenze, con quel magnifico campanile di Giotto.

Comincio un film sul treno, mi gusto una birra, premio meritato anche se poco sportivo per la tre giorni, e finalmente arrivo a Roma. Moglie e figlia mi fanno la sorpresa di venirmi a prendere all’uscita della metropolitana, così mi evito gli ultimi tre chilometri in bus e soprattutto l’attesa per un mezzo che – come tradizione – a Roma è impossibile da prendere nei giorni festivi.

Una doccia calda mi aiuta a scaricare tutta la tensione accumulata: rimango sotto il getto bollente per qualche minuto, cercando di capirci qualcosa da un weekend a tutta birra e da passioni che ormai hai ben inteso che non soltanto non puoi più controllare e sopire, ma che proprio hai voglia di lasciarle sfogare sempre di più.

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