La notte di San Lorenzo – F.A.Q.

 In LIBRI, LIFE
Visto che sono in molti a chiedermi tante informazioni sul mio romanzo, approfitto e rispondo collettivamente in una sorta di auto intervista!

D. Allora, Enzo, la prima domanda che ti propongo l’ho trovata su Facebook: ma l’hai scritto veramente tu?
R. E certo! Che faccio vendo sul mio sito libri degli altri e addirittura li autografo? Sì, l’ho scritto proprio io. Confesso che a volte non so nemmeno come sia stato possibile: trovare tempo, ispirazione, coraggio. Perché scrivere per pubblicare è anche un atto di coraggio: in qualche modo ti mette a nudo davanti ai lettori. Sognare è un conto, realizzare decisamente un altro.

D. Perché? È autobiografico?
R. Questa è una domanda che mi sento rivolgere spesso. No, il libro non è autobiografico anche se ovviamente contiene molti riferimenti al mio vissuto, sia personale che di altri. Ho – come dire – preso in prestito episodi delle vite di tanta gente, li ho messi insieme nel frullatore e alla fine è venuto fuori un romanzo!

D. Quanto c’è di te nei tuoi personaggi?
R. Direi tutto e niente. Forse nella figlia di Antonio – uno dei protagonisti – c’è molto di più di me che in altri, ma credo sia pure naturale quando si tratta di un romanzo ambientato nella città in cui vivo, nei quartieri che in qualche modo ho avuto modo di abitare o conoscere.

D. Ma com’è nato questo libro, come ti è venuta in mente la storia?
R. Un mio caro amico catanese mi ha rivolto esplicitamente questa domanda: credo che quando si scrive un romanzo gioca un ruolo fondamentale la tua immaginazione. Smetti di essere tu, con la tua vita reale, con i tuoi problemi e cominci a essere un puparo che sul palcoscenico muove i suoi pupi. È un’immagine che mi ha regalato un mio ex compagno di Liceo e la trovo assai azzeccata.

D. Nel romanzo tratti temi profondi quale il dolore di qualunque tipo: sembra quasi una lunga seduta di psicoterapia.
R. Beh, certamente se fossi Paolo Crepet o Massimo Ammaniti, tanto per citare due notissimi specialisti della psiche e della mente, il mio libro si potrebbe quasi catalogare come un romanzo psicologico. Non lo è in verità perché non possiedo gli strumenti del mestiere e non mi sognerei minimamente di adoperare un registro scientifico che non padroneggio.

D. Parli di mestiere: la cosa che sorprende tanti è che tu sei laureato in Ingegneria Elettronica e continui a fare quello come primo mestiere. Forse lo stupore di chi si approccia al tuo romanzo è anche giustificato.
R. Sicuramente. Ma noi in Italia siamo abituati a ragionare troppo a compartimenti stagni. Eppure – come il mio vecchio professore di Lettere non mancava mai di ricordarci – Carlo Emilio Gadda era un ingegnere ma è passato alla storia per il suo “Pasticciaccio” di via Merulana. Le passioni possiamo sopirle quanto vogliamo però poi a un certo punto vengono fuori e bisogna assecondarle per una semplice ragione: stare in pace con se stessi.

D. C’è chi ha descritto il tuo romanzo come una storia sull’amore a 360°: per se stessi, per gli altri, su come nasce, cresce, si trasforma ed evolve. È così?
R. Ho letto anche io questo feedback su Amazon e mi ci ritrovo. Penso che anche di fronte al più grande dei dolori che si possano provare bisogna comunque darsi una chance e scegliere di amare è la medicina giusta per guarire le ferite di qualcosa che rimarrà come cicatrice e sarà sempre lì a ricordarti chi sei.

D. Hai confessato che il romanzo è praticamente stato concepito in cinque-sei mesi: non è pochino?
R. Cinque mesi è il tempo della stesura, le idee c’erano da tempo. Di bozze, stralci e fogli scarabocchiati sono pieni i miei computer e la mia agenda! Sono stati comunque cinque mesi intensissimi e ancora non mi sono ripreso! Ho sacrificato tante notti, tanti pomeriggi e buona parte delle vacanze estive dello scorso anno. Se mai ci sarà una prossima volta me la prenderò con più calma, anche per evitare alcuni errori che mi sono stati fatti notare e che si sarebbero evitati con un po’ di tranquillità. L’obiettivo di uscire per Natale mi ha fatto accelerare troppo per arrivare alla pubblicazione in tempo.

D. Molti si chiedono dove si possa acquistare il libro.
R. Mi verrebbe ironicamente di rispondere “in farmacia” … i libri si comprano in libreria e ovviamente on-line. Purtroppo autopubblicandomi non c’è sempre la possibilità di trovare il volume a scaffale: sul mio sito sono indicate alcune librerie nelle quali «La notte di San Lorenzo» è reperibile direttamente, altrimenti si può ordinare. Inoltre si può acquistare on-line su una vastissima moltitudine di siti e piattaforme per la versione e-book. Poi c’è ovviamente anche la possibilità di ricevere una copia autografata che si può comprare direttamente dal mio e-store.

D. Hai ricevuto alcuni riconoscimenti in diversi concorsi letterari: cosa si prova?
R. A primo acchito incredulità! Ti sembra impossibile che una giuria abbia scelto o segnalato proprio il tuo romanzo. Allo stesso modo ti riempie di tanto orgoglio. Scrivere è un mestiere che non fa sconti a nessuno e il prodotto o piace o non piace. Non ci sono scorciatoie.

D. Chiudiamo con la domanda che eviti sempre quando te la formulano: a quando il bis?
R. Per il momento sto dedicandomi alla promozione del libro e a cercare di farlo conoscere il più possibile. L’unica cosa che posso dire che ultimamente avverto dentro di me che la “musa ispiratrice” vuole nuovamente parlarmi e io sono sempre lì ad ascoltarla. Vedremo. E forse farò contenta una cara amica – catanese anche lei – che vorrebbe una storia ambientata a Catania. Ci sto pensando.

D. Beh, allora in bocca al lupo. Non vediamo l’ora di sognare nuovamente con una tua nuova storia!
R. Crepi ‘sto lupo allora! Però non corriamo: la gatta frettolosa fa i gattini ciechi e non c’è lupo che tenga di fronte a un pessimo prodotto!

(Ringrazio tutti coloro che mi continuano a chiedere informazioni sul libro. Sono lieto che stia suscitando tanto interesse.)

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