L’anno che è stato e l’anno che verrà

 In LIFE, PROGETTI
Se qualcuno un anno fa mi avesse raccontato quel che poi è accaduto in questo 2017, al mio romanzo La notte di San Lorenzo, sarei scoppiato a ridergli in faccia. Già mi sembrava “esagerato” che coronassi il sogno di una vita buttando giù un romanzo ma che poi questo ottenesse riconoscimenti mi sarebbe apparso più una presa in giro che altro! E invece è quello che è successo veramente durante quello che si è rivelato un vero e proprio anno di grazia!

Non è stato un anno facile per me: un serio infortunio alla spalla mi ha privato della serenità necessaria per affrontare la stagione natatoria in acqua che – come sanno i quattro gatti che leggono assiduamente questo blog – costituisce uno dei miei principali strumenti antistress!

Di contro, per il mio libro è stato un anno fantastico: abbiamo partecipato a una fiera letteraria, a tantissimi premi e addirittura in cinque di essi ci siamo classificati, persino al secondo posto in un concorso organizzato in un paesino delizioso della Garfagnana. Quando decidi di cacciare fuori dal cassetto una tua opera sei consapevole che da quel momento in poi essa non sarà più soltanto tua e tu – in qualche misura – diventi un po’ più pubblico di quello che eri prima. Sai che quel libro affronta una platea di lettori assai diversa e variegata, spesso difficile, esigente: insomma ti prendi un bel rischio e naturalmente i riconoscimenti, così come le critiche, costituiscono la cartina di tornasole per il tuo operato e per il proseguimento della tua attività letteraria.

È stato pertanto un anno intenso nel quale ho imparato molto sia del mondo dei libri che di quello del marketing. Ho dovuto rivedere alcune priorità, allentare alcuni progetti artistici, intensificare lo studio di altri. Ma in definitiva sono molto soddisfatto di come siano andate le cose: se in vasca il 2017 è stato un anno da dimenticare possiamo certamente affermare che per la carta e la penna quelli che stanno terminando sono stati 365 giorni meravigliosamente vissuti.

E prima di parlare dei buoni propositi per il prossimo anno credo sia giusto e doveroso ringraziare uno per uno coloro che hanno acquistato e letto La notte di San Lorenzo e soprattutto coloro che hanno speso il loro prezioso tempo per fermarsi a scrivere un feedback, un pensiero, una riflessione sulle loro impressioni, sia stilistiche che sui contenuti. I personaggi sono stati amati tantissimo e per me che li ho creati ciò è fonte di forte emozione e commozione: ciascuno di loro, dal professore universitario Antonio alla determinata moglie Beatrice, dal Tenente di Vascello Tommaso alla bellissima e bravissima operatrice umanitaria Giulia, ha lasciato in qualche modo il segno nel lettore e questo – per un autore – è una delle più importanti gratificazioni.

L’anno che verrà è pieno di tante idee: ho ricominciato a buttare giù qualche riga ma attualmente i capitoli che ho scritto sono assai disordinati e necessitano di un lavoro certosino di cucitura. Conto sulla magia del mio studio catanese per ritrovare quella trance creativa che ha fatto sì che La notte di San Lorenzo vedesse la luce lo scorso anno. Nello studio di quell’appartamento in collina, con la vista sul Golfo di Catania, spero di ritrovare quell’ispirazione che nell’estate del 2016 mi ha consentito di portare a compimento la mia opera. Poi mi piacerebbe lavorare un po’ nella sinergia fra immagini e testi: nei viaggi che ho effettuato nel corso degli ultimi anni ci sono molti spunti per alcuni reportage di viaggio. Mi auguro che nel 2018 essi possano vedere la luce.

Se queste sono le cose che auguro a me e alla mia attività artistica, a voi che leggete questo post non posso fare altro che augurare il meglio che auspichiate e magari un po’ di tempo libero da dedicare a voi stessi e alle belle arti. Viviamo in tempi troppo veloci, intossicati dalle condivisioni dei social, dall’immediatezza dei cinguettii: persino le storie che raccontiamo su Facebook, Instagram e WhatsApp si distruggono dopo 24 ore, come se la frugalità di un momento fosse la sola misura dell’intensità degli eventi che viviamo. Non voglio apparire anti moderno o snobisticamente controcorrente ma ciò che auguro a tutti – me compreso – è di ritrovare un po’ di lentezza: leggendo un libro, assistendo a uno spettacolo, girovagando fra le sale di qualche museo. Insomma, uscire un po’ dal virtuale e tuffarci nel quotidiano e nel reale perché talvolta l’unica storia che ci dimentichiamo di taggare è proprio la vita che ogni giorno affrontiamo.

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