#porcellum e la Repubblica fondata sul mugugno

 In POLITICA

In un Paese di 60 milioni di Commissari Tecnici, altrettanti esperti di sci alpino nei mesi freddi e di bolina, di rande e di bompresso nei mesi estivi, non poteva mancare l’ennesima trasformazione del popolo italiano, esperto nella somma arte del mugugno, in un popolo di costituzionalisti mancati che – a ben vedere – è persino un’ottima cosa, perché denota una certa vocazione agli studi classici che non fa mai male.
Però – come avrebbe detto il Sindaco di Bari Michele Emiliano autore di un memorabile tweet in barese – non bisogna eccedere più di tanto con l’onanismo perché – sebbene si sia scoperto che la vista non n’è risente – è sempre meglio farlo in compagnia!
Siccome stanotte soffro d’insonnia mi faccio le domande e mi do da solo le risposte, in un dialogo immaginario con un mugugnante:

D. Ci hanno messo 8 anni per stabilire che il Porcellum fosse incostituzionale?
R. Ce ne potevano mettere anche cento di anni, se nessuno investiva la Consulta della questione. In Italia – purtroppo o per fortuna – non tutti possono sollevare quesiti alla Corte. Finora nessun soggetto legittimato a farlo l’aveva fatto.

D. Ma allora perché la Corte bocciò i referendum Guzzetta?
R. Perché ritenne che in caso di esito positivo si sarebbe creato un vuoto legislativo che per la legge elettorale non è ammissibile, perché toglierebbe di fatto al popolo sovrano il potere supremo di eleggere. Mancando le regole non lo si potrebbe fare.

D. Embè? e che cambia oggi?
R. Cambia che la Corte ha tagliato le parti che riteneva non conformi alla Costituzione, mantenendo in vita una legge elettorale proporzionale con preferenze. Bisogna comunque attendere le motivazioni della sentenza per capirne di più.

D. Quindi il Parlamento è illegittimo? tutti a casa?
R. Mah, illegittimo è un parolone, delegittimato. Se fosse illegittimo sarebbero illegittimi gli ultimi tre parlamenti, quindi se dovesse valere il principio di nullità a ritroso, come in una sorta di effetto domino, persino la Corte stessa sarebbe illegittima, essendo stata nominata per quasi un terzo da parlamenti non legittimi, per quasi un altro terzo da un Presidente della Repubblica illegittimo perché eletto – la prima volta non la seconda – da un parlamento illegittimo. Comunque è sempre meglio aspettare le motivazioni della Consulta

D. Ma almeno Napolitano, Re Giorgio, è illegittimo?
R. Sicuramente il Presidente starà valutando le ipotesi di dimissioni, ma non per una presunta illegittimità ma perché ormai una legge elettorale non deformante c’è. Ma se si dimette, chi lo elegge il nuovo? Questo Parlamento?

D. E hanno ancora senso le primarie del PD?
R. Se tornano a essere per la scelta di un segretario certo, ma dubito che Renzi – probabile vincitore – avesse questo in mente! Se si torna alle urne nessuno arriva a prendere il 50%+1 dei voti per avere la maggioranza dei seggi! I governi di coalizione sono la regola con i sistemi proporzionali, anche quelli sbarrati. Guarda la Germania! E solo in Italia i governi di coalizione vengono additati all’inciucio, aspettando un esito elettorale sempre preciso e netto. In un sistema parlamentare la regola è parlare non comandare. Dopo le elezioni di febbraio una coalizione era necessaria. Se i Cinque Stelle non si fossero tirati dietro, forse non sarebbe stato additato anche quello come inciucio?

D. Ma adesso che faranno?
R. O si mettono tutti d’accordo, ipotesi improbabile, oppure è meglio votare e legittimare con un voto popolare qualunque coalizione possibile venga fuori dalle urne, ben sapendo che considerate le forze politiche in gioco e chi li comanda un Letta Bis non ce lo toglie nessuno!

D. Sono confuso, la Corte Costituzionale non era anche quella parte della kasta?
R. In Italia quando non conviene la si butta sempre in caciara: forse se la Corte è riuscita a decidere è anche perché al suo interno ci sono due esperti di leggi elettorali: Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Sì proprio quell’Amato!

D. Insisto: non potremmo dichiarare illegittimo tutto?
R. Certo, poi richiamiamo Marcello Pera al Senato, Pierferdinando Casini alla Camera, ultimi due presidenti di un Parlamento votato col Mattarellum! Ciampi al Quirinale …

D. Beh, però almeno si farebbe chiarezza, torneremmo a un tempo ben definito, dove gli atti sappiano con ragionevole certezza siano legittimi.
R. Mmm, ipotesi suggestiva solo che – così facendo – dovremmo annullare la legge Severino, varata lo scorso anno da un Parlamento altrettanto illegittimo. Quindi Berlusconi torna candidabile dato che la sentenza Mediaset per la parte dell’interdizione non è ancora definitiva.

D. Quasi quasi meglio tenersi tutto e ricominciare da capo …
R. In effetti.

 

p.s. Rimane un’osservazione post-pubblicazione. Leggendo questa intervista, apprendo che il ricorso del cittadino milanese sia stato proposto direttamente alla Consulta. Mi pareva di ricordare che fosse stata la Cassazione a investire della questione di legittimità costituzionale la Corte. A prescindere dal dettaglio tecnico (mica tanto dettaglio, comunque, perché aprirebbe un precedente enorme per cui ciascun cittadino può rivolgersi direttamente alla Corte Costituzionale) non credo che la sentenza sia di una gravità inaudita: la gravità inaudita è di una serie di tre parlamenti che non hanno mai cambiato la porcata di Calderoli. Con tutto il rispetto per Matteo Renzi, la cui causa è sposata dal professor Clementi, ritengo che il ripristino di una sovranità popolare piena valga persino un giro di ruota in meno per il suo sindaco, futuro segretario e aspirante premier. Meglio votare a febbraio con un sistema proporzionale, persino da prima repubblica (anche se la presenza dello sbarramento lo rende diverso da ciò che era in vigore nel 1992), che con un sistema che avrebbe potuto consegnare a una minoranza bassissima il 55% dei seggi e comandare. Anche se quella minoranza fosse la mia parte. Anzi, a maggior ragione.

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