Dieci motivi per (non) trasferirsi a Londra

 In VIAGGI

Temo di non sbagliare troppo se affermo che almeno una volta nella vita quasi tutti abbiamo sognato di trasferirci a Londra. Specialmente quando le cose vanno male, quando senti che attorno a te vivere in Italia diventa più una sfida che un privilegio, il fascino della capitale londinese torna prepotentemente a farsi sentire.

Ecco allora i miei dieci motivi per trasferirsi (ma anche no!) definitivamente (o quasi!) a Londra.

1

TRASPORTO PUBBLICO

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Non si può cominciare una lista come questa se non partendo dai mezzi pubblici: anzi, dal trasporto capillare, integrato e al cento per cento efficiente di treni, metropolitana, funivia, biciclette e battelli. Sì, perché tutto è integrato, non soltanto il “biglietto” come a Roma. Attraverso la carta Oyster, che proprio come il frutto di mare contiene al suo interno una preziosa perla, è possibile utilizzare tutti ma proprio tutti i sistemi di trasporto. Dalla celeberrima metropolitana, soprannominata The Tube (il tubo), che attraversa capillarmente tutta la città, agli altrettanto famosi bus a due piani, con ingresso rigorosamente in fila indiana e convalida della carta davanti all’autista!

Adesso c’è pure un tetto massimo di spesa giornaliera, per cui persino chi passa brevemente per la città può ricaricare la carta e utilizzare il credito a scalare, fino al massimo giornaliero previsto! E siccome la tecnologia è andata avanti dall’avvento di Gutenberg, gli stessi lettori possono essere utilizzati con carte di credito “contactless”, quelle di ultima generazione, con le medesime funzionalità dell’Oyster. E puoi utilizzarle dappertutto, persino sui battelli sul Tamigi e sulla funivia costruita dalla compagnia aerea Emirates che congiunge i Docks con North Greenwich, dove c’è la nuovissima arena O2. Le biciclette, assai diffuse in città, hanno una marea di piste ciclabili e salvo pochissime eccezioni possono essere trasportate gratuitamente sui vagoni della metropolitana e specialmente quelle pieghevoli rappresentano un ottimo strumento intermodale. Gli autobus – anche quelli a due piani – hanno le videocamere interne per sorvegliare e gli schermi sono posti anche dove la cittadinanza è in grado di controllare: una percezione di sicurezza assolutamente palpabile.

E vuoi mettere quanti libri potete leggere, in metro o seduti su un bus? O fare anche un po’ di ginnastica, se volete …

Di contro costano: non moltissimo ma sicuramente di più rispetto a quello al quale siamo abituati in Italia, dove riteniamo che “pubblico” e “gratis” siano sinonimi. Così se pensate di non poter fare a meno della vostra automobile allora certamente Londra non fa per voi! Innanzi tutto i costi di gestione della mobilità sono esagerati: per entrare dentro la città si paga una tassa, una “congestion charge” che dipende dalla zona e che può essere molto salata. Poi c’è anche lì la moda della only-driver car, l’automobile con a bordo soltanto il guidatore, una sorta di follia anti-ecologica che anche la capitale britannica è chiamata a sopportare. Se siete di quelli che non amano leggere durante i viaggi e preferiscono trascorrere ore e ore in automobile, possibilmente da soli perché se poi condividiamo il percorso con qualcuno rischiamo di ritrovarci con rapporti sociali in carne e ossa anziché attraverso qualche App, ecco che Londra non è proprio ideale: è vasta, di asociali come voi ce ne sono un botto e rischiate di trovarvi incolonnati all’ora di punta con la sola speranza che non vi si scarichi il cellulare  

2

SHOES OFF

Se non ritenete un’usanza bizzarra quella di togliersi le scarpe appena entrati in una casa e pretendere che lo facciano anche i vostri ospiti, allora a Londra avrete trovato il posto che fa per voi, senza per questo sentirvi un alieno ogni volta che chiedete ai vostri ospiti di stare nel vostro salotto (pardon, dining room!) senza calzature. Sicuramente non troverete le reazioni sbigottite che osserviamo nel nostro Paese, le scuse accampate alla buona sui calzini bucati, gli strani improvvisi sensi del pudore per non voler mostrare i propri piedi nemmeno fossero parti intime! Che poi, questa cosa di non voler mostrare i piedi, andrebbe comunque quanto meno indagata … almeno per capire se non ci sia qualche altro motivo psicologico, ben nascosto nel subconscio!

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È una regola inglese, così come di una vasta parte dell’Europa, quella di camminare scalzi per casa, cosa che farà anche piacere al vostro ortopedico, specialmente quello pediatrico che inutilmente si sarà sgolato anche in Italia per chiedervi di far lasciare gironzolare scalzi i vostri figli per casa! Beati gli scalzi, verrebbe da dire se non suonasse quasi blasfemo! E pensate a quante ciabatte potrete risparmiare!

Ma se invece l’igiene dei vostri piedi è fondamentale, perché temete che qualunque tipo di malattia si attacchi addosso a voi o ai vostri figli allora temo che Londra non faccia proprio a caso vostro. Innanzi tutto perché la politica “fuori le scarpe” vige incredibilmente anche in luoghi per noi impensabili quali le piscine e le palestre! Durante l’ultimo europeo di nuoto masters all’Aquatics Centre di Londra eravamo probabilmente di meno coloro che utilizzavamo le ciabattine da piscina rispetto a chi si muoveva scalzo per tutto l’impianto. Per cui se il vostro problema sono funghi e verruche che voi o i vostri figli potrete prendere praticando nuoto o frequentando le palestre rassegnatevi: è un rischio che dovrete valutare, anche se poi ci si chiede se e come gli inglesi abbiano abbattuto questo tipo di malattie. Un po’ come la cervicale causata dal non asciugarsi i capelli: non si capisce perché se a Roma con due gocce di pioggia ti bagni la testa e ti buschi un’infiammazione cervicale che nemmeno il diclofenac riesce a sconfiggere mentre a Londra escono tutti con i capelli appena bagnati in doccia senza che nulla accada né che si buschino alcun malanno!

3

PLAYGROUND

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Se pensate di aver portato i vostri figli nel più bel parco giochi della vostra città, con altalene, scivoli e ponti tibetani beh sappiate che non avete visto nulla. A Londra sono presenti i più belli, fantasiosi, attrezzati e organizzati playground che io abbia mai visto in una metropoli: spesso immersi nei grandi parchi della città, sono vere e proprie oasi del gioco per i più piccoli, pieni di ogni comfort per i genitori (raramente), i nonni (talvolta), le tate (quasi sempre) che devono assisterli. Ne ho scovato uno di recente a Primrose Hill, proprio di fronte l’accesso dello Zoo di Regent’s Park: aveva anche i servizi igienici esclusivi per i bambini, rigorosamente divisi fra maschietti e femminucce, mentre i servizi per gli adulti si trovavano fuori dallo spazio giochi. E il tutto ovviamente è gratuito. Per non parlare poi che questi sono immersi quasi sempre in parchi curatissimi, dove i prati assomigliano più a tappeti e le panchine ti invogliano a trascorrere quanto più tempo possibile all’aperto, approfittando di ogni sprazzo di sole.

Si fa presto a dire parco giochi, vero? E chi avrebbe voglia di portare i bambini a giocare all’aperto quando ci sono – nei nostri bellissimi quartieri periferici con affaccio sulle tangenziali – dei comodi centri commerciali dove puoi fare tutto, trascorrere le ore che ti servono per far svagare il piccino, fargli mangiare una merenda e magari approfittare di fare la spesa? Specialmente quando il vento che soffia dal nord è così gelido perché non ha nemmeno le Alpi a proteggerlo? Facile parlare di playground! Un bel divano, una bella televisione accesa e magari qualche gioco elettronico e l’intrattenimento della prole è garantito!

4

FREE WIFI

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Free means … real free! Libero, senza pagare, gratuito. Al parco, allo stadio, nei caffè, ovviamente negli aeroporti e persino nei supermercati. Basta registrarsi e via! Navighi in tutta comodità, consulti le tue App, rispondi alle mail e ai social, guardi video, tutto senza gravare sul plafond dei dati del tuo contratto telefonico. Ma il WiFi è soltanto l’aspetto per così dire esteriore del modo di intendere la tecnologia e il supporto che può derivarne da parte dei londinesi.

I social network – tanto per fare un esempio – sono adoperati dal TFL, Transport for London, l’azienda che gestisce l’immensa rete di trasporti pubblici, per comunicare, informare, interagire puntualmente con gli utenti, fornendo notizie aggiornatissime ed esatte al millesimo di secondo su qualunque problema una linea possa avere. Vivendo a Londra si ha la sensazione che Internet sia veramente un mero protocollo di comunicazione (deriva proprio da questo il nome della rete, da IP, Internet Protocol) nulla di più: uno strumento, non un vezzo né un qualcosa che ancora viene vissuto come estraneo al mondo. Semplicemente è utilizzato per tutto: dal prenotare una giornata in piscina (l’ho fatto personalmente comodamente seduto alla mia scrivania a Roma prima di prendere il volo per Londra) al confermare un ingresso a una mostra. È tutto normale, vissuto come “scontato” dalla stragrande maggioranza delle persone, a prescindere dall’etnia di provenienza, dalla religione professata o dall’ideologia politica.

Quanta demagogia sull’utilizzo della rete! Anche in Italia – con calma ma con molto più calore umano – si è diffusa la tecnologia! A Villa Borghese a esempio il WiFi gratuito c’è da tempo: certo dura mezz’ora e non si capisce perché, ma c’è. E poi noi mica siamo come i londinesi che ci mettiamo al tavolino del caffè a consumare i beveroni di acqua sporca mischiata al latte che loro chiamano assurdamente cappuccino e nel frattempo lavoriamo! Il caffè si prende al banco, possibilmente con una gamba incrociata e l’anca incurvata, sempre pronti al possibile rimorchio di una bella donna che improvvisamente possa entrare! E poi chi se ne frega del WiFi nei supermercati o sugli autobus?  

5

PANNI AL SOLE

Finalmente anche a Londra si vedono i panni stesi sui balconi! Anzi, finalmente si vedono i balconi! Dev’essere stato sconvolgente per i londinesi scoprire che i nuovi progetti di recupero dei vecchi docks portassero qualcosa di tanto distante dalle vecchie costruzioni di epoca vittoriana! Ma ormai i balconi, specialmente nei nuovi palazzi ci sono e si diffondono e sempre più spesso assomigliano proprio ai nostri, con panni stesi, tavolini, biciclette, dispense!

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La cosa è straordinaria se si pensa che gli inglesi, insieme agli altri popoli del nord Europa e agli americani, spesso teorizzavano l’inutilità del terrazzino per tali scopi: d’altronde – aggiungevano – la presenza sul mercato delle macchine asciuga-biancheria serviva proprio a quello. Evidentemente la nuova coscienza ambientalista che si sta sviluppando fa sì che si copi qualcosa che nei nostri paesi del Mediterraneo è vecchio come il mondo!

Balconi? Con quel freddo? E a che ti servono? E questa sarebbe una motivazione per trasferirsi a Londra? Tanto il clima cambia ogni cinque minuti, non fai in tempo a sederti, leggere mezzo capitolo di un libro sorseggiando un tè che già devi rientrare! Suvvia, questa che ci siano o meno i balconi è del tutto indifferente!  

6

CASH & ATM

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Se c’è una cosa che sorprende ogni volta che si va a Londra è il quantitativo di sportelli automatici per ritirare denaro contante! E la cosa è ancora più sconvolgente perché Londra è una città dove il 99,9% delle merci le puoi acquistare con la carta di credito o di debito (il nostro bancomat), puoi pagare attraverso le App degli smartphone, puoi utilizzare le carte di debito delle varie catene di supermercati. Insomma del contante proprio non ce ne sarebbe bisogno! Ma se per caso di trovi a Camden Town, decidi di fare uno spuntino al Camden Lock Market e scopri di non avere nemmeno un penny nel portamonete, ecco che persino fra i vari plessi del mercato ne trovi uno con dentro due belle macchinette automatiche dalle quali con la tua bella carta di credito puoi acquistare … soldi!

Non bastano gli innumerevoli sportelli automatici degli istituti bancari più o meno sparsi per le vie della città, peraltro sempre sulle strade e non dentro le  filiali, spesso gli ATM si possono trovare nei supermercati, nei bar, nei negozi …

Sì ma così è una vera istigazione al consumismo! Si spendono soldi anche quando non se ne sente il bisogno! E poi così è il dominio delle multinazionali della finanze, delle banche, della Trilateral, la prova provata del complotto dell’Alta Finanza contro la povera “gente” che viene presa per la gola!  

7

TAMIGI

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Se c’è una cosa che è meravigliosa di Londra è passeggiare lungo il Tamigi, il fiume che l’attraversa e che è stato importantissimo per lo sviluppo economico e militare del Regno Unito. Personalmente adoro passeggiare per Southbank: un percorso pedonale partendo dall’inizio del vecchio porto londinese, ormai recuperato in maniera impeccabile, e risalire fino a Westminster, godendo di una vista particolare sulla città, attraversando secoli di storia. Specialmente la domenica è possibile trovare artisti di strada, bambini che corrono felici, famiglie che trascorrono ore spensierate accanto a un corso d’acqua che tanto ha dato nel passato alla vita londinese e molto continua a dare. È un caso di scuola di come rivalutare vecchie strutture portuali, all’epoca magari malfamate e in disuso, e restituirle alla collettività.

Thames or not Thames, un fiume non è il mare e Londra è comunque spesso grigia. Per quanto si siano lodevolmente impegnati a ristrutturare magazzini ed edifici del vecchio porto glorioso della Gran Bretagna, passeggiare lungofiume può essere interessante la prima o la seconda volta, ma poi stufa. Sì, certo, c’è Borough Market, con i suoi sapori da tutto il mondo; ci sono il Millennium Bridge, la Tate Modern, il Globe Theatre, il National Theatre, l’acquario e il London Eye ma alla fine – come diceva quel tizio famoso – mica si mangia con la cultura!  

8

FOOD

Cominciamo con lo sfatare una leggenda metropolitana che ormai è decisamente superata: a Londra si mangia benissimo e soprattutto si può scegliere fra cibo di qualunque parte del mondo e sono convinto che se ci fosse vita su Marte persino uno street food marziano sarebbe presente fra gli stand dei tanti mercati londinesi.

Come per i voli l’unico limite è costituito dai soldi ma a differenza degli aerei sia che si abbia molto denaro a disposizione sia che i fondi siano esigui a Londra c’è cibo di qualità per tutte le tasche.

food

Dai migliori ristoranti del pianeta, dove puoi entrare soltanto se sei veramente “qualcuno” o se ti stai accompagnando con questo “qualcuno”, allo street food di qualità che è possibile trovare ai mercatini di Camden Town e di Brick Lane, oltre al Borough Market, Spitalfields Market e a tanti altri luoghi di aggregazione dove è possibile assaggiare sapori da tutto il pianeta.

No, sul cibo no! È impossibile pensare di mangiare una pizza napoletana senza ascoltare la voce di Napoli o gustarsi una caponatina e non lasciarsi inebriare dal profumo del mare della Sicilia. E poi vogliamo mettere le nostre cucine regionali, da quelle più calde del Nord, con la polenta e i sughi, al trionfo dei colori delle cucine meridionali? Certo se il vostro desiderio è gustarvi un buon risotto o gli spaghetti al nero di seppie che facevano le vostre vecchie zie e siete pieni di pregiudizi nei confronti del cibo inglese pensando che sia ancora fagiolini, fish & chips, allora meglio non mettere piede a Londra. Le vostre certezze rischierebbero di venire meno già alla prima sera.

9

DEMOCRAZIA & INFORMAZIONE

Cloudy sky on Westminster Palace from Lambeth Bridge

Se avete a cuore la politica, le istituzioni e il rapporto diretto con la politica e il potere allora il Regno Unito, e Londra in particolare come capitale, fa per voi. Nonostante non esista una costituzione formale, il diritto britannico è ordinato secondo usi, consuetudini e prassi risalenti addirittura alla Magna Charta, l’antesignana di ogni costituzione del mondo occidentale: non hanno avuto bisogno di codificare alcunché per riconoscere diritti e doveri dei cittadini. I sistemi elettorali, su tutti quello dell’elezione dei deputati, avvengono secondo il modello dell’uninominale secco e gli eletti rappresentano quel territorio e gli interessi di quei cittadini. Ma il modo di selezione dei rappresentanti in Parlamento è soltanto una faccia del complesso poliedro di relazione fra potere e popolo. Non è infatti così raro che di fronte a iniziative particolarmente impopolari i deputati del proprio collegio vengano “bombardati” da mail, fax, sms! È il famoso controllo del parlamentare che il sistema maggioritario con collegio uninominale consente di avere in capo al popolo, ai sindacati, a qualunque legittima organizzazione. E il deputato non può far finta di non vedere o di non ascoltare: all’elezione successiva rischierebbe il posto! Ma una democrazia non è forte se non ha un contropotere altrettanto forte e indipendente qual è l’informazione. E quella britannica è probabilmente la più completa e indipendente del mondo occidentale sulla quale spicca su tutti la televisione pubblica, pagata con il canone: la BBC. Giornali, televisioni, siti di informazione non sono intrecciati con il potere e con la politica per la semplice ragione che è ben radicato nella stessa popolazione il compito che la libera stampa ha in sé: essere il cane da guardia del potere.

Tutto il mondo è paese e certamente anche Londra e il Regno Unito avranno le loro aree grigie. Il mondo perfetto della politica e dell’informazione non esiste: d’altronde Roberto Saviano ha tenuto proprio un discorso ai Comuni sul livello di corruzione che ormai ha raggiunto la società britannica. E poi: il sistema uninominale non garantisce né rappresentanza politica né governabilità. E per noi italiani il fatto di poter esercitare pressioni sul nostro eletto non è così determinante, tanto che preferiamo leggi elettorali largamente proporzionali (con la scusa della rappresentatività di tutte le idee), con il mercato più o meno legale delle preferenze e con premi di maggioranza astrusi, come quelli previsti nella nuova legge elettorale per la Camera che entrerà in vigore il prossimo 1° luglio. Abbiamo fatto passare persino come un progresso l’elezione in piccole circoscrizioni che con un espediente linguistico le abbiamo definite “collegi plurinominali”, senza che però si sappia a priori quanti e quali siano i deputati che eleggeremo e persino il capolista che potremmo pensare di votare alla fine potrebbe scegliere un altro “collegio”, visto che può presentarsi in ben dieci. Quindi a chi piace la politica come la intendiamo qui forse è meglio che si tenga fuori da Londra e dal Regno Unito: rischierebbe uno shock!

10

ITALIA

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Il mondo a portata di volo. Con un aereo da uno dei quattro aeroporti della città, Heatrow, Gatwick, Stansted e Luton si può raggiungere direttamente ogni angolo del pianeta e quindi anche il nostro Paese. Londra è veramente uno degli hub più importanti del mondo: con appena sei ore di volo sei sull’altra costa dell’Atlantico. Trascorrere un weekend romantico a New York è soltanto una questione di quattrini.

E se si ha paura di provare troppa nostalgia per il nostro Paese, la sua gente, la sua lingua: niente paura! Ormai a Londra vivono tante di quei connazionali che si fa pure fatica a parlare inglese! Basta fare due passi per Camden o nell’East London per ritrovarsi confusi e disorientati, con l’interrogativo di non capire più se ci si ritrovi a passeggio per Brick Lane oppure sotto i portici di Bologna. La comunità italiana è onnipresente e questo per un emigrante (o expat come fa più cool adesso quando non si emigra più con le valigie di cartone) è un plus determinante: riesci sicuramente a inserirti più facilmente nella società. Certo questo a una condizione: che succederà se il 23 giugno il referendum su Brexit sancirà l’uscita dal trattato europeo dal Regno Unito? Gli italiani torneranno a essere stranieri persino a Londra dove la cittadinanza a pieno titolo è ormai costituita da londoners che sono appunto cittadini di questa immensa metropoli, una sorta di città-stato all’interno del regno di Elisabetta II, anziché cittadini della propria nazione di provenienza? Torneranno a essere italiani emigrati o potranno continuare a sentirsi cittadini di questa capitale di tutta l’umanità insieme?

Per quanto con due ore di volo si possa raggiungere comodamente l’Italia, non c’è dubbio che Londra e il Regno Unito non sono l’Italia: nel bene e nel male. Il clima così cangiante è certamente tra le prime cose da tenere in considerazione se si vuol fare una scommessa di questo tipo. Se si è un po’ meteoropatici, se si soffre il grigio del cielo, se ci si possa sentire stressati a riversarsi sui parchi improvvisamente al primo raggio di sole (che chissà quando poi sbucherà fuori un altro!), allora certamente Londra non fa per voi. Sì l’efficienza dei trasporti, sì l’organizzazione, sì il welfare state (anche se le politiche conservatrici di progressiva contrazione dello stato sociale a poco a poco rendono non proprio conveniente la scommessa londinese), sì la meritocrazia ma è chiaro che Londra non è Italia, pur essendoci la più popolosa comunità fuori dallo Stivale. E poi c’è l’incognita del referendum: i britannici continuano a sentirsi tali e non basta che la loro capitale, uno stato dentro lo Stato, sia a tutti gli effetti l’esperimento più riuscito dell’Unione Europea, dove ciascuna nazionalità si fonde in una sola. I londoners continueranno a sentirsi tali e attrarranno altri londinesi in pectore finché Londra sarà anche “raggiungibile”: le diseguaglianze fra ricchi e poveri, la cosiddetta forbice sociale, si stanno allargando sempre di più, rendendo il mattone sempre meno accessibile e il peso della finanza insopportabile rispetto all’economia reale, a quella che gli americani chiamano main street. Se tutto questo giustamente fa paura allora Londra è meglio resti una meta turistica o una sorta di “sarebbe potuta essere la mia città”: magari restando però sempre vigili perché un giorno potrebbe di nuovo passare un treno e balzarci su potrebbe essere un attimo, stando sempre attenti però perché come dice la voce sulla metropolitana … please mind the gap between the train and the platform! E il Gap non sempre è fisico.

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